Violenza sulla carta: enfasi del culto e del rituale nel dipinto di Guan Yu (terza parte)

Continua da Il Culto di Guan Yu

Tradotto da Storti Enrico
Dal saggio Violence Un-scrolled : Cultic and Ritual Emphases in Painting Guan Yu , scritto da Oliver Moore e pubblicato in Arts Asiatiques  Année 2003  58  pp. 86-97

Dipinti e immagini popolari di Guan Yu

Fig. 2 “Il  Signore Guan taglia [la testa] dell’assistente governatore Pang De” 关公斩庞德佐, illustrazione xilografica successiva al periodo del regno di Zhizhi (1321-1323), edizione dei Racconti dei Tre Regni, dimensioni aperto 18 x 13.5 cm (after Yuan Zhizhi ben quanxiang pinghua Sanguo zhi. Hong Kong, 1976, p. 69).

Il dipinto di Guan Yu di Shang Xi è il primo ad essere sopravvissuto, ma diverse rivendicazioni di possedere dipinti di questa figura popolare di artisti precedenti e più famosi mostrano che costituiva nei secoli scorsi un soggetto importante della produzione artistica anche tra i collezionisti d’arte più ricchi. Gunter Diesinger ha raccolto questi riferimenti, che includono in particolare un’affermazione del tardo XVII secolo di possedere un’immagine di Guan Yu dipinta da Li Gonglin (c. 1049-1106). Nel 1626, un dipinto di Ma Yuan (c. 1150-1230) avrebbe fornito un modello per l’immagine di Guan Yu scolpita su una stele a Zhenhai nella moderna provincia di Zhejiang.

L’immagine della stele attribuita a Ma Yuan

I cataloghi Ming contengono anche riferimenti a dipinti di Guan Yu di artisti sconosciuti del periodo Song e a un dipinto di Dai Jin (1388-1462). Inoltre, come indicato da Diesinger, che include anche un’opera di Wu Daozi, si riferiscono al tardo periodo Ming, quando il culto di Guan Yu stava crescendo rapidamente sia come pensiero ufficiale che come oggetto di devozione di massa. I cataloghi delle collezioni d’arte imperiali non danno alcun riferimento ai dipinti di Guan Yu associati a questi grandi nomi dei periodi Tang e Song, e nessuna di queste opere attribuite sopravvive. Allo stesso modo, l’immagine di Guan Yu di Dai Jin non è attestata altrove, ed è più probabile è che alcune o tutte queste opere fossero produzioni Ming attribuite a famosi pittori del passato. Chiaramente, la prima prova materiale per dipingere un’immagine di Guan Yu è il lavoro di Shang Xi. E il significato di questo dipinto si rivela principalmente in altre rappresentazioni di Guan Yu in altri strumenti di comunicazione. La considerazione successiva, quindi, è il rapporto tra la pittura di Shang Xi e l’ascesa della letteratura popolare, che tanto ha fatto per promuovere il culto di Guan Yu.

Questo affresco fa parte di una serie dedicata al Romanzo dei Tre Regni all’interno del Tempio di Guan Di 关帝庙 di Jinci 晋祠 (Taiyuan, Shanxi) dipinti nel 1795 durante il regno di Qianlong. È interessante notare che la stessa scena che nella fig.2 indica che viene decapitato Pang De, in questo affresco diventa “taglia [la testa] a Cai Yang”斩蔡阳. Anche in altri casi si verificano attribuzioni diverse di didascalie a soggetti simili.

Gli studi precedenti, sopra indicati, giustificano l’importanza del dipinto con riferimento alla presenza del soggetto nella storia, nella prima narrativa popolare e nel dramma, ma non dicono abbastanza sulla forza del culto sottostante a quelle tradizioni letterarie. Non riconosce, ad esempio, che la crescente presenza di Guan Yu nella letteratura popolare rifletteva in gran parte l’ascesa del suo culto. Lo studio di Meir Shahar sul culto di Ji Dian (noto anche come Ji Gong) nella tarda Cina imperiale mostra che la narrativa popolare era chiaramente un agente vitale nei processi attraverso i quali un culto si diffonde da una regione all’altra e diventa oggetto di attenzione nazionale. [28] La crescita dei resoconti popolari della storia dei Tre Regni è correlata in modo simile con l’intensificarsi del culto di Guan Yu dal periodo Yuan in poi, hanno avuto un’incidenza più o meno mediata su quelle immagini.

Affresco di epoca Qing di un tempio dedicato a Guan Di nella città di Yuanping 原平 in Shanxi che ritrae l’esecuzione di Pang De

Ma il confronto del dipinto di Shang Xi con il materiale illustrativo nelle edizioni sopravvissute della letteratura popolare mostra quanto fosse distinto dalle visualizzazioni create nelle opere letterarie popolari. L’azione violenta ha fornito alcuni dei materiali più attraenti per le illustrazioni nelle produzioni di libri delle storie dei Tre Regni. I primi esempi sopravvissuti sono le xilografie di Wu Junfu contenute nell’edizione in tre juan (rotoli) Nuovo e Completo Racconto Popolare Illustrato della Storia dei Tre Regni (Xin quanxiang pinghua sanguo zhi), completate durante il periodo del regno Zhizhi (1321-1323). Un’edizione originale sopravvive nel Bunko Naikaku a Tokyo, ma l’opera è generalmente nota attraverso diverse successive edizioni in facsimile prodotte a Shanghai. L’opera contiene settanta illustrazioni, che includono diciassette battaglie e quattro omicidi raffigurati separatamente. Una delle scene di battaglia mostra Guan Yu che uccide Pang De (fig. 2). Il generale decapitato si agita a terra pochi istanti dopo che Guan Yu, che è a cavallo e sta cavalcando verso il bordo della scena, ha sferrato il colpo fatale. Questa prima illustrazione delle imprese di Guan Yu nella narrativa popolare racconta il conflitto dei due protagonisti in un modo che non è complicato né dalla suspense narrativa né dalla presenza di altre figure identificabili. In effetti, l’intera scena illustra un brano lungo solo dodici caratteri, meno di una colonna di testo in un blocco completo di quaranta.

Fig.3 “Zhang Fei frusta un sovrintendente del servizio postale” 张飞鞭督邮, illustrazione xilografica successiva al periodo del regno di Zhizhi (1321-1323), edizione dei Racconti dei Tre Regni, dimensioni aperto 18 x 13.5 cm (after Yuan Zhizhi ben quanxiang pinghua Sanguo zhi. Hong Kong, 1976, p. 16). Anche qui si nota una notevole somiglianza con il dipinto di Shang Xi sebbene i riferimenti ad un episodio letterario del romanzo siano differenti.

Le immagini create nel contesto della narrativa popolare, non meno dei messaggi narrativi che servivano, differivano nettamente dalla rappresentazione di Shang Xi e dai significati ad essa associati. Altre sei scene in Racconti Popolari Yuan – giudiziosamente distribuite due per Juan (rotolo) – mostrano un pubblico formale comandato dai principali eroi delle storie dei Tre Regni, in cui le vittime condannate vengono giustiziate sul posto oppure portate via verso la morte. Le scene del pubblico sono, ovviamente, molto efficaci come congiunture progressiste nella letteratura narrativa e nelle sue illustrazioni, e non sorprende che ricorrano frequentemente: i Racconti popolari contengono diciassette protagonisti non violenti. Nella stessa opera, il confronto standard rappresentato in tutti e sei i protagonisti violenti non è dissimile da come Shang Xi ha disposto le figure di Guan Yu e Pang De. La corrispondenza più evidente tra queste sei illustrazioni Yuan mostra la flagellazione di un funzionario legato e spogliato con gli istigatori della sua punizione seduti sui gradini di fronte a lui (fig. 3). Ma la questione divergente in queste somiglianze generiche riguarda la partecipazione di Guan Yu. Sebbene le illustrazioni nei Racconti popolari lo mostrino mentre uccide un certo numero di vittime, non appare mai in un pubblico formale pronunciando loro una sentenza. Pertanto, la rappresentazione di Guan Yu in un tale ruolo da parte di Shang Xi non sembra avere un’origine nel materiale illustrativo della narrativa popolare. Il confronto del dipinto con un’antica immagine di culto di Guan Yu, tuttavia, mostra un’altra tradizione visiva alla quale era ugualmente, se non più strettamente, correlata.

Immagini del culto di Guan Yu

Fig. 6  affresco che mostra Guan Yu, Guan Ping, Zhou Cang e altri, 1460 o precedente, altezza 110 cm. Presso il tempio Pilu Shijiazhuang, Hebei (Da: Jin Weinuo (éd.), Zhongguo meishu quanji, “Huihua”, vol. 13, Beijing, 1988, pi. 161).

Il culto di Guan Yu sorse all’interno di uno schema familiare: da un lato, il crescente sostegno del governo seguì le ondate della sua popolarità; e dall’altro, la stessa espansione popolare stimolò le politiche statali di condono delle pratiche religiose che circondavano i suoi agenti ufficiali. La dualità popolare-ufficiale di questa situazione, come proposto da James Watson nel suo studio su Tian Hou (noto anche come Ma Zu), è che lo statuto di “divinità sia promosse che cooptate”. [30] Potrebbe sembrare plausibile, quindi, leggere il dipinto di Shang Xi come una produzione artistica di corte che combinava in un’unica immagine una concezione di Guan Yu del pantheon di stato con le caratteristiche che anche il culto popolare si aspettava di vedere. In tal caso, dove la pittura di Shang Xi offre un senso critico all’interno delle prove rimanenti delle immagini precedenti e contemporanee di Guan Yu?

Quest’altro dipinto che ritrae Guan Yu è attribuita sempre a Shang Xi

Secondo Shan Guoqiang, uno studioso di arte Ming, Shang Xi ha dipinto più di una rappresentazione di Guan Yu. Sebbene la sostanza dell’affermazione di Shan Guoqiang non riappaia nella particolare fonte che cita, è plausibile che Shang Xi abbia dipinto raffigurazioni delle leggende di Guan Yu all’interno del tempio di Guan Yu alla Porta di Zhengyang. [31] Registri dei templi Ming di Pechino dedicati dallo stato al culto di Guan Yu se ne contano ben cinquanta, e questo totale raddoppia nel periodo Qing. Pochi di questi siti furono celebrati quanto il tempio statale all’interno del muro a forma crescente della Porta Zhengyang, la porta centrale delle mura cittadine a sud, che un tempo chiudeva il lato meridionale di quella che oggi è Piazza Tiananmen. Questo tempio fu fondato nel 1387 – un anno prima dell’abolizione delle osservanze statali verso il Re Wucheng – e sorgeva vicino al quartier generale metropolitano delle Guardie Vestite di Broccato (fig. 4). Una testimonianza indiretta dell’alto status di Guan Yu nel tempio della Porta di Zhengyang è il fatto che si trovava di fronte a un tempio di Guan Yin, la figura di culto buddista più popolare della tarda Cina imperiale. Inoltre, i compilatori del dizionario del 1635 registrarono anche che tutte le missioni diplomatiche e il traffico governativo da e per la capitale si fermavano per adorare al tempio di Guan Yu. Pertanto, situato in quello che un tempo era un ambiente permanente, parte della produzione di Shang Xi è stata dedicata agli sforzi statali per espandere il culto di Guan Yu. La sua immagine di Guan Yu nel tempio della Porta di Zhengyang ha affrontato un pubblico il cui numero, influenza e mobilità sono stati fattori non trascurabili nell’espansione del culto.

Fig. 3

Pianta della Porta di Zhengyang [1A], compreso il tempio di Guan Yu [lb], e il vicino quartier generale delle Guardie in broccato [2] (modificata dopo: Mayuyama Yasuhiko, Pekin no shiseki, Tokyo, 1979, p. 25).

1A Porta Zhengyang 

1b Tempio di Guan Yu

2 Guardie in abiti di broccato

3 Ufficio di trasmissione della politica

4 Corte dei Sacrifici Imperiali

5 Cinque Commissioni Militari

6 Porta Chengtian (porta principale del palazzo) 7a Porta ovest di Chang’an

7b Porta orientale di Chang’an

8 Consiglio degli aquiloni

9 Consiglio delle Entrate

10 Consiglio del personale

11 Ufficio del Clan Imperiale

12 Consiglio di Guerra

13 Consiglio dei Lavori

14 Corte di Stato Cerimoniale

15 Direzione dell’Astronomia

16 Loggia del Gran Medico

Nulla conferma se “Guan Yu cattura un generale ribelle” di Shang Xi duplica in qualche modo il contenuto e lo stile degli affreschi che ha eseguito al tempio della Porta Zhengyang. Ma tale duplicazione sarebbe stata abbastanza plausibile, poiché era pratica comune per i pittori eseguire lo stesso soggetto in due o più supporti. Ad esempio, sebbene prodotti un secolo dopo, i quattro rotoli pendenti che You Qiu donò a Wang Shizhen (1526-1590) comprendevano quattro immagini di Guan Yu che You aveva dipinto anche sulle pareti del tempio di Guan Yu a Taicang. I titoli di questi quattro dipinti sono registrati negli scritti di Wang Shizhen, e un titolo, vale a dire “L’annientamento dei sette eserciti del generale Yu Jin”, indica la grande inondazione che si verificò durante lo scontro di Guan Yu con Pang De. [33] Gli altri titoli alludono alle immagini dei poteri magici di Guan Yu per reprimere i demoni, la sua forza sovrumana e il suo ruolo di carnefice dei suoi nemici. Se davvero il dipinto di Shang Xi replicava una rappresentazione murale dello stesso soggetto, allora il rotolo potrebbe essersi conformato strettamente a un’iconografia ortodossa adottata nella decorazione dei templi statali dedicati a Guan Yu. Al di là di tali speculazioni, tuttavia, l’arte precedente mostra chiaramente che la disposizione delle figure di Shang Xi deviava solo marginalmente dall’aspetto tradizionale dell’immagine di culto di Guan Yu.

Fig. 5 stampa xilografica che mostra Guan Yu, Guan Ping, Zhou Cang ed altri, circa  1130, 70×25 cm. Hermitage, San Pietroburgo (after: M. Rudova-Pshelina, “Dvye gravyuri iz Khara-Khoto” Soobshcheniya gosudarstven- nogo ordena Lenina ermitazha, vol. XXVIII (1967) p. 47).

Il confronto con una xilografia del XII secolo proveniente dalle celebri officine di Pingyang (l’odierna Linfen nella provincia dello Shanxi) rivela che Shang Xi seguiva un’iconografia già diffusa nella Cina settentrionale all’inizio del XII secolo (fig. 5). La composizione di Guan Yu e le figure di accompagnamento proposta da Shang Xi condivide una disposizione pittorica simile e la stessa scala interna. [34] La stampa di Pingyang è la prima immagine esistente di Guan Yu. La sua legenda superiore recita “Il re giusto e coraggioso di Wu’an” {Yiyong Wu’an wang), un titolo dei Song del nord che l’imperatore Huizong concesse nel 1123. Anche se la sua funzione esatta non è nota, le grandi dimensioni della stampa (70 x 25 cm) e la sua alta qualità indicano che è stato creato per la circolazione in un formato diverso dall’illustrazione popolare del libro. La stampa di Pingyang mostra Guan Yu rivolto verso la sua destra, ma, come il dipinto di Shang Xi, è seduto sotto un pino e la sua presenza elevata domina l’intera immagine. Nella stampa e nel dipinto lo stato relativo delle figure nelle aree superiore e inferiore del piano pittorico segue le stesse convenzioni di scala gerarchica. Le cinque figure che accompagnano Guan Yu nella stampa includono Guan Ping, che sta in piedi a sinistra, e Zhou Cang che impugna una spada a palo sulla destra. L’esistenza della stampa rivela che Shang Xi compose le figure nella sua immagine per una disposizione che risaliva almeno all’inizio del XII secolo. L’inclusione nella stampa del titolo di Guan Yu concesso dal governo dei Song settentrionali la rende particolarmente preziosa come la prima prova dell’immagine di culto ufficiale di Guan Yu. Non solo le composizioni simili della stampa di Ping-yang e del dipinto di Shang Xi forniscono una giustificazione per leggere quest’ultimo principalmente come un’immagine di culto, ma sia la stampa che la pittura evocano la stessa missione statale di dare priorità all’aspetto civile del governo e di emarginare i culti militari. In effetti, la personalità marziale di Guan Yu in entrambe queste immagini è sottilmente minimizzata mostrandolo seduto piuttosto che montato su un cavallo, per esempio, e libero dalle armi, che sono portate solo da suo figlio e da altri seguaci. Questa distribuzione delle armi è particolarmente calzante in quanto attiene alla dimensione padre-figlio della tradizione politica cinese, utilmente definita come quando «la paradigmatica virtù marziale del figlio era posta al servizio della paradigmatica virtù civile del padre “. [35] Significativamente, inoltre, nel dipinto di Shang Xi, Guan Ping e non Guan Yu sguaina la spada dell’esecuzione. 

Altra raffigurazione di Guan Yu di epoca Ming conservata sempre presso la Città Proibita

Una rappresentazione murale di Guan Yu dipinta più tardi, nel XV secolo, conferma che la stessa iconografia di gruppo, sia nella stampa di Pingyang che nella pittura di Shang Xi, era precisamente ciò che rendeva Guan Yu una figura riconoscibile in grandi programmi visivi di culto religioso. Questo dipinto mostra Guan Yu con Guan Ping, Zhou Cang e un soldato all’interno di una sezione degli affreschi della sala completati nel 1460 presso il Tempio Pilu nell’odierna Shijiazhuang (fig. 6). Un cartiglio sul muro nomina Guan Yu come il “vero signore che eleva la pace e protegge lo stato” {chongning huguo zhenjun), che era un altro titolo assegnato durante la fase Song del suo culto sotto Huizong. Guan Yu e i suoi compagni compaiono in un registro sequenziale, anch’esso parte di un’ampia rappresentazione di centinaia di divinità e figure mitiche utilizzate per i “digiuni di acqua e terra” {shuilu zhai), i riti annuali di salvezza buddista che divennero sempre più complessi durante il Ming dinastia.

Particolare dell’affresco del tempio Pilu

Abbastanza diverso dal dipinto di Shang Xi di circa tre decenni prima, tuttavia, l’immagine del Tempio di Pilu mostra Guan Yu armato della sua stessa arma – la spada sul fianco sinistro – e che avanza a grandi passi. Notevole anche la sua faccia rossa. Se le immagini Ming di Guan Yu avessero corrisposto alle aspettative del pubblico del teatro, avrebbero potuto benissimo includere questa. Le corrispondenze tra il murale del Tempio Pilu e il dipinto di Shang Xi sono principalmente l’aspetto fisico e l’abbigliamento dei compagni di Guan Yu, nientemeno che Guan Ping, che si trova sulla destra della composizione del Tempio di Pilu. Sebbene non tenga la spada, è dipinto con la stessa posizione frontale e la stessa espressione calma che figurano anche nel dipinto di Shang Xi. Allo stesso modo, l’aspetto dello sfortunato Pang De nel dipinto di Shang Xi ricorda i fisici altamente tormentati delle vittime nude della punizione karmica ei demoni a corpo nudo raffigurati nell’arte prodotta per i digiuni di acqua e terra. Esempi comparativi sono presenti nella serie di rotoli prodotti c. 1460 e usato in questo rituale nel tempio di Baoning nella provincia dello Shanxi, [36] ma la storia della loro rappresentazione risale a prima dei rotoli dei canti meridionali dei re dell’inferno nelle loro aule del giudizio. [37]

Altra raffigurazione di Guan Yu dell’epoca Ming intagliata nel legno

Chiaramente, quindi, come esemplifica con certezza la stampa Pingyang, Shang Xi seguiva una tradizione artistica associata al culto di Guan Yu. Le somiglianze tra la stampa, il dipinto di Shang Xi e l’immagine murale del tempio Pilu rivelano anche un grado significativamente conservativo di trasferimento diretto di elementi visivi per l’iconografia di gruppo utilizzata dagli artisti di tutti questi metodi di trasmissione visuale. Mostrano anche un altro esempio dell’ampia circolazione di immagini che ha contribuito all’ascesa di una comune cultura visiva cinese. [38] Uno degli impulsi principali per questa circolazione è stato il culto di Guan Yu.

L’immagine di Guan Yu rielaborata nei testi

Altrettanto notevoli quanto forza delle immagini di culto sono alcune espressioni letterarie dell’aspetto di Guan Yu, che dimostrano la diffusa familiarità che la sua immagine imponeva. È molto probabile che l’iconografia del culto di Guan Yu abbia influenzato Shang Xi – e altri artisti – profondamente, ma le prove nei testi letterari mostrano anche che le storie con Guan Yu hanno subito una forte influenza dalla cultura visiva. In effetti, l’influenza reciproca delle immagini letterarie e visive taglia entrambe le direzioni. Considera il seguente passaggio del romanzo Ming, che racconta i momenti appena prima che Guan Yu riceva una grave ferita:

“[Guan Yu] … si alzò sulle staffe e, puntando la frusta verso [il nemico], sfidò: ‘Tu verminoso, perché non vieni avanti e ti arrendi? Cos’altro stai aspettando?’ Era a metà del percorso quando Cao Ren, che era sui bastioni, notò che il Duca Guan indossava solo una protezione per il cuore, poiché di sbieco sul suo petto era drappeggiata la sua veste verde [xie tan zhuo lit pao], così ordinò immediatamente di alzarsi acinquecento balestrieri che scagliarono una raffica di dardi.” [39]

Il Romanzo dei Tre Regni, come altri romanzi a episodi dei Ming, comprende principalmente azioni narrate e discorsi diretti. Quindi, l’immagine di Guan Yu nella sua veste verde è una punteggiatura insolitamente statica nel corso degli eventi. È una visione momentanea di Guan Yu che contribuisce poco alla comprensione della storia, ma fornisce un’icona di lui immediatamente riconoscibile da abbinare a qualsiasi numero di immagini di culto. Tali scorci suggeriscono precisamente come la composizione di questo famoso romanzo non sia stata influenzata dall’arte religiosa del suo tempo. Non solo le rappresentazioni visive potevano modellare i testi, ma l’ubiquità delle immagini di Guan Yu nei dipinti verso la fine della dinastia influenzò il modo in cui i Ming descrivevano i loro contemporanei. Secondo i suoi biografi, un certo Guan Yongjie († 1642), che affermava di discendere dal grande generale della storia e della leggenda, possedeva esattamente i tratti eroici che la gente lo riconosceva nei ritratti contemporanei di GuanYu. [40] Forse anche Guan Yongjie contribuì a questo percezione indossando gli abiti giusti e assumendo pose familiari.

La pittura di Shang Xi come metafora del rituale militare Ming

Soldati Lupo 狼兵 che furono istituiti a metà della dinastia Ming

Nonostante ciò che ha in comune con la stampa Pingyang, la rappresentazione di Guan Yu e del gruppo circostante di Shang Xi li mostra in un ambiente notevolmente più complesso. La posizione di Guan Yu in un paesaggio montuoso con le nebbie che turbinano dietro di lui è un’ambientazione convenzionale per una figura divina all’interno di un habitat selvaggio di acqua e montagne. Tali scene appaiono nella maggior parte delle immagini di singoli luohan e singole figure di culto taoiste dipinte durante i periodi Sung, Yuan e Ming. Ma lo scenario di Shang Xi suggerisce un secondo contesto equivalente a un’ambientazione architettonica composta da una pedana di roccia, i gradini sotto di essa, pareti a strapiombo di roccia e un grondare di rami di alberi. Se accettiamo che gli immediati dintorni di Guan Yu simboleggino gli elementi architettonici adiacenti a un recinto aperto, allora possiamo anche accettare che ciò che accade nella scena sia estratto da una serie di azioni eseguite all’interno dell’architettura di un luogo specifico e non semplicemente di una natura selvaggia. In questo contesto, la pittura di Shang Xi portava forti sfumature della vita militare Ming, soprattutto in una delle sue principali cerimonie nazionali, vale a dire “l’offerta di prigionieri” (xianfu), un rituale di stato di antichissima tradizione e registrato in numerosi documenti come l’atto finale di campagne di successo per sedare le insurrezioni. “Offrire prigionieri” ha avuto origine nelle guerre combattute durante l’età del bronzo cinese. Veniva eseguito durante l’epoca imperiale sulla scia delle ribellioni, quando i prigionieri di ogni grande insurrezione venivano portati davanti al trono. Tenendo l’udienza sopra la porta del palazzo, l’imperatore pronunciava la sua decisione di punire o risparmiare. Se il destino dei prigionieri era una punizione, i loro carcerieri li offrivano al santuario ancestrale statale e poi li portavano via per l’esecuzione.

Altra immagine dei soldati Lupo del Guangxi

Il “Guan Yu” di Shang Xi è stato dipinto durante un periodo di fiducioso potere militare. Nel giorno della designazione formale di Pechino come capitale di tutta la Cina, il 28 ottobre 1420, il governo aveva dedicato quasi due decenni a garantire il suo nuovo centro amministrativo e strategico nel nord. La forza trainante di questa trasformazione nord-sud fu l’imperatore Yongle (r. 1403-25), che era raramente presente per assistere alla costruzione, ma lontano combattendo varie alleanze mongole nella Siberia meridionale. Una volta completato, il trasferimento del dominio imperiale nel nord divenne un potente simbolo delle priorità dell’esercito. Inoltre, l’imperatore Yongle dovette la sua posizione sul trono in gran parte alla brutale guerra civile (1399-1402), che scatenò per strappare il potere all’imperatore Jianwen (1399-1403). Le vittorie in guerra hanno modellato la visione di Yongle del dominio e, una volta al potere, ha creato intorno a sé una nobiltà militare. Il dipinto di Shang Xi è stato dipinto dopo il regno di Yongle, molto probabilmente durante quello di Xuande (1426-36). Questo periodo si è aperto violentemente.

Immagine risalente al 1599 dal titolo 关羽挺风勒

Il 1426 fu testimone di uno spietato trionfo dell’autorità imperiale sul dissenso quando il governo represse una ribellione guidata da Zhu Gaoxu, lo zio dell’imperatore Xuande, nello Shandong. [41] La campagna per sopprimere questa ribellione alla successione imperiale fu una guerra d’assedio relativamente semplice e durò solo poche settimane, ma la condanna e la punizione dei capi della ribellione in seguito furono eseguite a fondo e con il massimo effetto pubblico. È impossibile commentare qualsiasi rilevanza diretta di questi eventi storici per il lavoro di Shang Xi. Più significative sono le sue formulazioni generiche di punizione e violenza. Mette in scena il dramma degli ultimi istanti di Pang De in una scena di punizione sfumata dalla minaccia di una violenza imminente: al centro dell’immagine una spada sguainata a metà prefigura l’inevitabile esito. L’ambientazione di questa azione evoca l’architettura minima necessaria per interpretare le azioni delle figure all’interno della vita contemporanea dell’epoca. In termini rituali, la scena evoca una relazione ineguale in cui un superiore siede sopra un inferiore o, in riferimento al servizio religioso, il venerato occupa una posizione al di sopra del fedele. Allo stesso modo, tradotto in un ambiente giudiziario, Guan Yu appare come un giudice che condanna un colpevole. Nessuna di queste letture è in conflitto con l’evocazione della scena della cerimonia dell'”offerta dei prigionieri”. Le prime registrazioni di esibizioni Ming di offerte di prigionieri risalgono al regno di Yongle. Nei decenni precedenti, al contrario, Zhu Yuanzhang, il fondatore Ming e imperatore Hongwu, aveva proibito all’esercito di far sfilare i prigionieri dell’esercito Yuan in un’esibizione della cerimonia. Zhu Yuanzhang chiese esplicitamente alla sua corte se i governanti Zhou avessero compiuto tali atti sui sopravvissuti catturati della resistenza Shang, o se persino Tang Taizong (627-650) avesse abusato dei sopravvissuti lealisti della resistenza Sui. [42] Questi sentimenti generosi non influirono politica del governo a lungo, dal momento che gli spettacoli della cerimonia sono registrati nel 1384 e nel 1392. [43] Durante il regno di Yongle, il desiderio di decreti altamente espressivi di sottomissione era ancora chiaramente evidente. Nel 1406, infatti, furono stabilite per la prima volta le direttive per lo svolgimento della cerimonia. Gli annali di corte del regno di Yongle, contenuti nella storia ufficiale della dinastia, registrano sei casi di offerta di prigionieri, risalenti al 1407 (due volte), 1414, 1416, 1420 e 1422. [44] Queste rappresentazioni, eccetto quella del 1422, ebbero luogo a Nanchino, ma tutti meritarono di essere documentati come eventi nazionali nella storia ufficiale della dinastia. Le vittime più illustri di questi anni furono i generali vietnamiti catturati durante la futile lotta per imporre il controllo cinese sull’Annam. Al contrario, all’interno delle norme delle relazioni non bellicose, la cerimonia potrebbe essere servita in un contesto diplomatico per trattare i prigionieri catturati e presentati da governi stranieri. Nel 1405 il Giappone presentò alla corte cinese un gruppo di pirati giapponesi. [45] Durante il regno di Xuande, non sono state registrate rappresentazioni della cerimonia, ma è molto improbabile che la sua osservanza sia cessata. L’importanza della cerimonia come evento significativo a livello nazionale sarebbe rimasta riconoscibile e perfettamente suscettibile a una prima visione Ming dell’autorità imperiale con i suoi simboli palesi di violenza controllata. Fonti Ming suggeriscono che Shang Xi avrebbe potuto sapere molto sulle cerimonie per l’offerta dei prigionieri. Potrebbe anche essere stato un attore nelle loro esibizioni. Gli Statuti Ming (Ming huidiari) affermano che le sentinelle durante il procedimento erano le Guardie in Broccato, nientemeno che il corpo stesso di Shang Xi. i prigionieri venivano legati durante la presentazione. [47] Ad un certo momento della cerimonia, se ricevevano la grazia, venivano slacciati. I prigionieri senza grazia aspettavano di essere trasferiti nel santuario ancestrale e poi giustiziati. È nel teatro di una cerimonia di offerta che Pang De appare spogliato e legato in circostanze molto più umilianti di qualsiasi descrizione nella storia ufficiale dei Tre Regni o nel romanzo Sanguo zhi yanyi. In entrambi i racconti, Guan Yu uccide con riluttanza un coraggioso nemico che ammira. Guan Yu appare in questo dipinto in veste quasi imperiale come il capo officiante in una cerimonia di offerta dei prigionieri, ben distinto dal carnefice a cavallo che fa roteare la lama nelle illustrazioni della narrativa popolare.

Conclusioni

Un personaggio con le caratteristiche di Guan Yu tra le Storie buddiste di terracotta sulla pagoda Wenfei ad Anyang 安阳文峰塔砖雕佛教故事

Il fatto che Shang Xi abbia raffigurato il suo soggetto facendo riferimento sia allo storico Guan Yu che all’ancor più onnipresente Guan Yu del culto religioso testimonia la crescente posizione di una figura di culto le cui origini risiedevano nella religione popolare e il cui benessere ha attirato una crescente preoccupazione da parte dei funzionari governativi. Inoltre, il clima politico e militare dei tempi di Shang Xi potrebbe aver dettato molto della sua rappresentazione della punizione violenta per un pubblico ancora profondamente immerso nella cultura militare della prima società metropolitana Ming. Con ogni probabilità, Shang Xi possedeva una conoscenza diretta delle cerimonie militari della corte, e difficilmente avrebbe dipinto una visualizzazione così enfatica della violenza regolata dal governo per un pubblico che non esisteva. Infine, se un gruppo significativo all’interno del pubblico di questo dipinto era l’élite militare Ming, allora è importante riconoscere questo gruppo come parte del più ampio consumo sociale dell’arte che gli studiosi costruiscono nei discorsi sulla storia dell’arte della Cina. Anche se le dichiarazioni successive dell’élite alfabetizzata nel corso della storia cinese sostengono il predominio teorico di un’etica civile a scapito dei valori militari, la contestualizzazione offerta in questo saggio ristabilisce l’equilibrio a favore di un’opera che esprimeva la prospettiva militare con un’enfasi del tutto insolito. Ciò che ho sostenuto sopra è anche un tentativo di interpretare il significato del dipinto di Guan Yu di Shang Xi all’interno di aree del primo stato e della società Ming che finora hanno attirato poca attenzione da parte degli studiosi d’arte. Oltre a ciò che il dipinto rappresentava della storia dei Tre Regni e dei principali testi che raccontano quella storia, acquisì significato anche da forti riferimenti alle attività politiche, militari e rituali del periodo in cui fu creato. Forse perché i canoni consolidati della storia dell’arte in Cina interpretano l’arte come un dominio di influenze civilizzatrici in cui la violenza e la guerra non hanno un ruolo centrale, nessun critico ha ancora commentato ciò che è alla base dell’audace visualizzazione della cultura militare di questo dipinto. Questo saggio si è quindi concentrato su un’eccezionale produzione di pittura Ming per dimostrare che quello che molti hanno affermato – e ancora affermano – essere lo spazio militare morto delle priorità civili-militari era in realtà pieno di espressioni significative in primo piano nelle prime preoccupazioni artistiche Ming.

Note

28 Meir Shahar, Crazy Ji: Chinese Religion and Popular Literature, Cambridge Mass., Harvard University Asia Center, 1998.

29 Huang Huajie, Guan Gong [note 22]; see also Hong Shuling, Guan Gong minjian zaoxing zhi yanjiu: yi Guan Gong chuanshuo wei zhongxin de kaocha, Taibei, Taiwan daxue, 1995.

30 James L. Watson, “Standardizing the Gods: The Promotion of T’ien Hou (‘Empress of Heaven’) Along the South China Coast, 960-1960” in David Johnson et al. (eds), Popular Culture, op. cit.,, p. 323.

31 Zhongguo meishu quanji-huihua bian 6, Shanghai, Renmin meishu chubanshe, p. 32.

32 Zhang Min, “Beijing Guandi miao”, Beijing shi- yuan, vol. 1 (1983), p. 338-339.

33 The other titles were: “Beheading General Yan Liang”; “Erection of the Yuquan Temple”; “Quelling the Demon Chi You” (Wang Shizhen, “You Ziqiu hua Guan jiangjun si shi tu”, Yanzhou shan- ren xugao, Taibei, Wenhai, 1970, 170, p. 10b-

12a). Cf. Diesinger, Vom General zum Gott, p. 201.

34 This image was discovered with other wood-cuts and texts at Heishui (Khara-khoto) in Gansu during excavations led by Kozlov in 1908-9. See Maria Rudova-Pshelina, “Dvye gravyuri iz Khara- Khoto”, Soobshcheniya gosudarstvennogo ordena Lenina ermitazha, vol. XXVIII (1967), p. 45-48; see also Diesinger, Vom General zum Gott, p. 202- 203.

35 Romeyn Taylor, “Official Altars, Temples and Shrines Mandated for All Counties in Ming and Qing”, T’oung-pao, 83 (1997) p. 94.

36 These scrolls are reproduced in Wu Liancheng (éd.), Baoning si Mingdai shuilu bihua, Beijing, Wenwu, 1985. For further comparanda in the partial set of scrolls located in the Musée Guimet, see Caroline Gyss-Vermande, “Démons et merveilles: visions de la nature dans une peinture liturgique du XVe siècle”, Arts Asiatiques, XLIII (1988) p. 106-122, in particular fig. I for the reproduction of scroll EO 684.

37 For a recent discussion of this body of work, see Lothar Ledderose, Ten Thousand Things: Module and Mass Production in Chinese Art, Princeton NJ, Princeton University Press, 2000, p. 163-85.

38 Craig Clunas, Pictures and Visuality in Early Modern China, London, Reaktion Books, 1997; see also Julia Murray “The Evolution of a Pictorial Hagiography in Chinese Art: Common Themes and Forms”, Arts Asiatiques, 55 (2000) p. 81-97.

39 Sanguo yanyi [note 4], ch. 74, p. 599.

40 Mingshi [note 7], 293, p. 7512.

41 Mingshi, 9, p. 117.

42 Mingshi, 2, p. 24.

43 Ming Taizu shilu, Taibei, Academia Sinica, 1961- 66, 161, p. 2492; and 216, p. 3180.

44 Mingshi, 6, p. 84-85; 7. p. 93, 96, 99 and 102.

45 Mingshi, 6, p. 82.

46 Shen Shixing, et al. (comps), Ming huidian, repr. 1587 edn, Taibei, Dongnan shubaoshe, 1989, 53, p. 23a.

47 See also Mingshi, 57, p. 1435-1436.

Violenza sulla carta: enfasi del culto e del rituale nel dipinto di Guan Yu (prima parte)

Tradotto da Storti Enrico
Dal saggio Violence Un-scrolled : Cultic and Ritual Emphases in Painting Guan Yu , scritto da Oliver Moore e pubblicato in Arts Asiatiques  Année 2003  58  pp. 86-97

Fig. 1. «Guan Yu Cattura un Generale”关羽擒将图 , di Shang Xi, early fifteenth century, 200 x 237 cm. Palace Museum, Beijing

Introduzione

La maggior parte delle considerazioni su Guan Yu (165-220 d.C.) sono state discussioni storiche sulla sua posizione mitica e sull’ascesa del suo culto. [1]
Più recentemente, la sua importanza è emersa negli studi sulla letteratura popolare, in particolare alla luce di ciò che la letteratura può rivelare sui culti. Nessuno di questi lavori ha ignorato del tutto la presenza di Guan Yu in stampe, dipinti e rappresentazioni plastiche, [2] ma la sua apparizione nella cultura visuale cinese merita maggiore attenzione. A tal fine, questo saggio si concentra su una rappresentazione di Guan Yu in un dipinto completato a Pechino all’inizio del XV secolo da Shang Xi (fig. 1).
Gli storici della letteratura ora accettano l’importanza di comprendere l’apparizione di Guan Yu in “narrazioni multiple”, nel senso che analizzano il suo significato in accordo con i vari contesti dei resoconti letterari d’élite e delle recensioni semplificate dello stesso materiale creato per il mercato del libro popolare. [3] Il mio obiettivo è anche analizzare la molteplicità nelle sue condizioni visive. Cerco in particolare di definire il significato del dipinto di Guan Yu di Shang Xi come una rappresentazione che ha preso in prestito i suoi significati sia dai testi e dalle illustrazioni della letteratura popolare sia dalle immagini della divinità che dominava l’osservanza del culto di massa.
Il pittore Shang Xi (morto prima del 1450) fu un pittore di corte di successo durante il regno dell’imperatore Xuande (1426-35). Il suo dipinto di Guan Yu, che ora si trova nelle collezioni del Museo del Palazzo di Pechino, è un rotolo senza iscrizione. Non è nemmeno documentato in fonti che elencano alcune altre opere di Shang Xi nella collezione imperiale Qing. La storia della sua commissione rimane quindi oscura.
La violenza appena dissimulata della scena ne fa un rotolo insolito senza evidenti riferimenti ai dipinti Ming contemporanei nello stesso formato. Ma, poiché Guan Yu è stato per secoli una figura così gigantesca nella società cinese, altre arti dei Ming e dei periodi precedenti forniscono ricche intuizioni sui contesti e sui significati di questa particolare immagine. Questo saggio interpreta il significato della pittura di Shang Xi per un pubblico dei primi Ming, traendo le sue affermazioni non solo da considerazioni su Guan Yu nella storia dell’arte, ma anche dal suo significato nella narrativa popolare e nel culto religioso. La seguente discussione mostrerà prima come l’aspetto di Guan Yu in questo dipinto è profondamente radicato nelle immagini di culto e, in secondo luogo, sosterrà che l’intera composizione delle figure e la loro ambientazione si riferivano enfaticamente a un contesto contemporaneo del rituale militare Ming.
Le tradizioni testuali e i resoconti orali su cui sono state costruite, erano cruciali allo scopo di far conoscere al pubblico le figure eroiche del passato. E, poiché il dipinto di Shang Xi mostra Guan Yu in un confronto che corrisponde a fonti storiche e letterarie, si può sostenere che le tradizioni testuali abbiano influenzato direttamente questa produzione visiva. Tuttavia, oltre a fornire all’artista argomenti di base, è dubbio che i testi abbiano ispirato opere come la pittura di Shang Xi nella misura in cui viene spesso affermato. Al contrario, come mostrerà questo saggio, le rappresentazioni visive potrebbero ugualmente dominare l’immaginazione letteraria e storica. La seguente analisi proporrà anche che qualsiasi interpretazione dell’immagine di Guan Yu di Shang Xi debba essere qualcosa di più di una semplice equazione del dipinto con i processi di illustrazione della narrativa Ming. Allo stesso modo, suggerirà che il significato del dipinto era più di una semplice espansione visiva – sebbene emozionante – di un testo storico comunemente letto durante la dinastia Ming. Dissociando in una certa misura il contenuto di questo dipinto da ciò che corrisponde nelle fonti letterarie, mostrerà che la storia del culto di Guan Yu offre spunti rivelatori sul significato del dipinto.
Infine, la carriera di Shang Xi e altri aspetti della vita Ming contemporanea forniscono ulteriori approfondimenti sul significato della sua materia. La partecipazione di Shang Xi alla vita dell’esercito di palazzo getta una luce interessante su ciò che ha dipinto, soprattutto se considerato come una produzione per la prima società Ming il cui impegno nelle carriere e nelle attività militari era intenso. La società militare Ming e altri gruppi sociali avrebbero riconosciuto la forte allusione del dipinto ai rituali statali di punizione. Naturalmente, il rituale si sovrappone a un’enorme varietà di arte, manufatti e comportamenti durante qualsiasi periodo storico, ma, come sostiene l’ultima parte di questo saggio, il programma di osservanze cerimoniali del governo Ming fornisce un contesto performativo per “offrire prigionieri” che corrisponde molto da vicino La disposizione delle figure e dell’azione di Shang Xi.

Il dipinto

Guan Yu

Questo ampio rotolo di seta è intitolato dai suoi attuali curatori “Guan Yu cattura un generale” (Guan Yu qinjiang tu). Dipinto di grandi dimensioni (200 x 237 cm), raffigura la figura principale di Guan Yu vestita con una veste verde secondo l’iconografia più popolare del XV secolo e successivi.

Guan Ping

Siede più in alto del suo figlio adottivo Guan Ping, vestito di rosso, nel gesto di estrarre una spada.

Zhou Cang

In primo piano a sinistra, con in mano una lunga spada ad asta (Chunqiu Dadao), si trova Zhou Cang, uno dei principali comandanti subordinati di Guan Yu.

Pang De

Sotto di loro, i soldati maltrattano un prigioniero in difficoltà, il generale Pang De, e tentano di legarlo a un palo con cavi intorno ai polsi e alle caviglie.

Il confronto tra Guan Yu e Pang De è tratto da un famoso episodio della storia dei Tre Regni (222-265), quando lo stato settentrionale di Wei tentò di catturare l’area centrale dello Yangzi sottraendola al suo avversario sudoccidentale Shu. La storia ufficiale dei Tre Regni {San guo zhi), compilata da Chen Shou (morto nel 297), riferisce questi eventi. Così fa anche il Romanzo dei Tre Regni {San guo zhi yanyi), compilato da Luo Guanzhong (c. 1330-1400) durante la transizione Yuan-Ming e successivamente molto rimaneggiato e ripubblicato [4]. La riunificazione della Cina fu imperniata sul controllo indiscusso della zona centrale del Paese e le contese in quella regione furono prolungate, disperate e sanguinose.
La figura principale di questo dipinto, Guan Yu, era il generale di campo più illustre del regime di Shu e un fedele servitore del suo sovrano, Liu Bei, un parente imperiale Han. Anche se la causa di Shu alla fine sarebbe fallita, il momento raffigurato in questo dipinto ha concluso una campagna che è andata a suo favore. Il prigioniero di Guan Yu, Pang De, era un generale di Wei. Guan Yu ha appena spinto nelle acque alluvionali di un acquazzone torrenziale le sue forze ammassate. Anche sulla scia di questo disastro, Pang De si rifiuta di sottomettersi all’autorità di Shu, e così Guan Yu ordina la sua esecuzione.
Questi, quindi, sono i principali personaggi storici che questa immagine raffigura. Leggerlo esclusivamente come un dipinto storico, tuttavia, trascurerebbe sia la sua rilevanza per Guan Yu come figura di culto nel periodo Ming, sia la sua importanza come rappresentazione del potere militare Ming.

Shang Xi: La carriera e la produzione dell’artista

Immagine delle Guardie vestite di Broccato dell’epoca Ming

Solo a Pechino, capitale Ming, la vita e la carriera di Shang Xi 商喜 assumono un profilo distinguibile. Durante il regno di Xuande, se non prima, fu un pittore alla corte Ming di Pechino. Poco si sa della vita di Shang Xi nella capitale, ma la sua appartenenza alle Guardie Imperiali – l’unico dato disponibile per descrivere la sua carriera – potrebbe aver influito su ciò che dipinse. Shang Xi ha ricoperto l’incarico di Vice Comandante nelle Guardie vestite di Broccato (jinyi wei). Questo era un incarico abbastanza normale per i pittori approvati dal tribunale all’inizio dei Ming, che non sponsorizzavano un’accademia di pittura. [5] Sebbene fosse una sinecura comune per i pittori (una sorta di lavoro privilegiato o un appannaggio), il grado di comandante nelle Guardie era un titolo onorifico per anzianità ed anche un grado onorifico, nella Cina imperiale era portatore effettivo di potere e prestigio all’interno delle istituzioni a cui appartenevano. Le Guardie Vestite di Broccato erano il corpo di guardie d’élite della capitale. [6] La sua regolamentazione, a differenza di altri corpi di guardia, era speciale, in quanto era sotto il controllo del palazzo imperiale. Come la maggior parte delle guardie, tuttavia, manteneva i propri collegi militari per fornire istruzione confuciana e preparare i candidati per gli esami militari. [7] Questi fattori devono aver reso l’ambiente ufficiale di Shang Xi un mondo altamente autosufficiente all’interno della più ampia organizzazione del governo centrale cinese. E, come la discussione successiva mostrerà, questo mondo militare era un contesto formativo per la rilevanza del dipinto per la vita Ming del tempo. Da nessuna parte è dichiarato direttamente, ma sembra che l’appartenenza di Shang Xi alle Guardie in broccato sia diventata un’associazione celebrata e di successo. La scelta di suo nipote Shang Zuo del soprannome “Shang dell’abito di broccato” (Jinyi Shang shi), sarebbe stata certamente scelta per onorare un crescente legame familiare con questa sfera militare d’élite della vita di corte. [8]

Dipinto dei Quattro immortali salutano la lunga vita 四仙拱寿图

Shang Xi eccelleva chiaramente nelle grandi scene figurate, ed è ben documentato che eseguì tali composizioni per progetti murali in diversi templi dentro e intorno a Pechino. Di questi non si è a conoscenza che ne sia sopravvissuto alcuno. Le sue opere esistenti su seta e carta includono una cavalcata con l’imperatore Xuande, una scena di immortali taoisti che camminano sul mare, un episodio della vita di Lao Zi, nonché varie risposte alle richieste abituali della società elitaria di alberi, fiori e animali. [10] I cataloghi settecenteschi della collezione imperiale e le loro continuazioni ottocentesche includono sette dipinti di Shang Xi, ma non elencano alcuna immagine di Guan Yu. [11] Questi dipinti sopravvissuti e la documentazione di altri rappresentano solo una frazione conosciuta di ciò che Shang Xi ha prodotto durante la sua carriera. Tuttavia, ciò che sopravvive mostra abbastanza chiaramente che l’arte di Shang Xi includeva immagini di figure mitiche e religiose con specifici riferimenti all’autorità del potere temporale. Nel rappresentare Lao Zi, Shang Xi scelse un episodio apocrifo in cui il saggio si diresse verso ovest fuori dalla Cina solo per essere raggiunto e supplicato dai messaggeri reali di tornare a corte. [12] Allo stesso modo, nella sua immagine di Guan Yu, la visualizzazione del suo soggetto principale è integrata con l’esercizio del potere temporale. Cioè, proprio come la figura in carrozza di Lao Zi è ambientata nei gesti persuasivi di un’ambasciata reale, Guan Yu è posto al di sopra di una drammatica combinazione di azione e oggetti, che ha preso in prestito significato dagli atti rituali di punizione dei Ming.

Xuan Zong va a caccia 宣宗出猎图

La rappresentazione di Guan Yu di Shang Xi è stata oggetto di numerose discussioni che notano l’uso di pigmenti profondamente saturi per le figure comuni sia a questo dipinto che agli affreschi suoi contemporanei. L’intera composizione che fonde uno stile accademico di paesaggio di epoca Song dietro le figure policrome delle tradizioni murali. evocano una somiglianza generica del volto imperiale durante i primi regni Ming, [15] rappresentando un’iconografia specifica che gli artisti di corte adottarono per le pose e le espressioni insolitamente energiche mostrate nei ritratti degli imperatori Hongwu, Yongle e Xuande. [16]

Il catalogo che accompagna il debutto internazionale del dipinto alla mostra “Circa 1492”, tenutasi nel 1991, lo definisce un’espressione del mondo cinese del romanzo storico. [17] Certamente, la gestualità empatica e i brillanti costumi delle figure di Shang Xi e la loro disposizione spaziale richiama attori su un palcoscenico. L’azione della scena si sta avvicinando a un apice violento, che evoca i punti culminanti sanguinari nel dramma teatrale e nelle storie. Tali corrispondenze non sono insignificanti, soprattutto considerando che solo in epoca Ming le storie di Guan Yu divennero per la prima volta i soggetti più popolari del dramma storico. [18] Tuttavia, è innegabile che anche le produzioni letterarie con protagonista Guan Yu manifestavano l’esistenza del suo culto religioso, e hanno svolto un ruolo importante nella sua diffusione durante il periodo Ming.

Anche prendere in considerazione il culto di Guan Yu è cruciale, poiché lo stile e il formato di tutte le prime immagini sopravvissute di Guan Yu in qualsiasi contesto variano fortemente a seconda dei loro usi estremamente diversi. Comprendere la pittura di Shang Xi come un’immagine legata all’arte associata al culto di Guan Yu richiede una nuova considerazione del suo valore al di fuori degli immediati confini della tradizione letteraria del suo tempo. Le prove suggeriscono che il dipinto è davvero il più rappresentativo dell’immaginario cultuale.

Segue: il culto di Guan Yu

Dipinto di epoca Ming di autore sconosciuto che riprende il tema di Laozi che viene fermato da emissari imperiali mentre è in procinto di andarsene ( 老子出关图)

Note

1 Inoue Ishii, “Kan U shibyô no yûrai narabi ni hen- sen”, Shirin, vol. 26, nos 1 and 2 (1941), p. 41-51, and 242-283 ; Masami Harada, “Kan U shinkô no ni san no yôso”, Tôhô shûkyô, vol. 8-9 (1955), p. 29-40; Prasenjit Duara, “Superscribing Symbols : The Myth of Guandi, Chinese God of War,” Journal of Asian Studies, vol. 47.4 (1988), p. 778- 795; Gunter Diesinger, Vom General zum Gott: Kuan Yii (gest. 220 n. Chr.) und seine “Posthume Karriere”, Frankfurt/Main, Haag & Herchen, 1984; Valerie Hansen, “Gods on Walls: A Case of Indian Influence on Chinese Lay Religion?”, in Patricia B. Ebrey and Peter N. Gregory (eds), Religion and Society in Tang and Sung China, Honolulu, University of Hawaii Press, 1993, p. 88-90.
2 The notable exception is the chapter discussing Guan Yu’s iconography contained in Diesinger, Vom General zum Gott, p. 187-237. This does not mention Shang Xi’s painting, which remained unpublished when Diesinger’s study appeared.

3 Anne E. McLaren, “Ming Audiences and lar Hermeneutics: the Uses of The Romance of the Three Kingdoms”, T’oung-pao, vol. 81 (1995) p. 51-80.

4 Sanguo zhi, Beijing, Zhonghua shuju, 1959, 18, p. 546; Sanguo zhi yanyi, pub. as Sanguo yanyi. Hong Kong, Zhonghua shuju, 1970, repr. 1973, 74, p. 293-98.

5 For the most recent discussion of Ming artists’ appointments to official positions, see Hou-mei Sung, “The Formation of the Ming Painting Academy”, Ming Studies, 29 (1990), p. 30-55.

6 For a detailed study of this corps, see Peter Grei- ner. Die Brokatuniform-Brigade (Chin-I wei) der Ming-Zeit von den Anfdngen bis zum Ende der Tien-shun Période (1368-1464), Wiesbaden, Otto Harrassowitz, 1975.

7 Zhang Tingyu, comp., Mingshi, Beijing, Zhonghua shuju, 1974, 74, p. 1817.

8 See the text of a seal on a painting of rocks and flowers by Shang Zuo, located in the Palace Museum, Taibei, painting cat. no. yi 02.10.00415 (Gugong shuhua tulu, Taibei, National Palace Museum, 1989, vol. 6, p. 175-6).

9 For Wang Shizhen’s (1634-1711) visit to the Sheng’an monastery south of the capital in 1680, and his notice of its mural paintings by Shang Xi, see Chibei outan, Beijing, 1982, 14, p. 345.

10 For a survey of Shang Xi’s most celebrated extant paintings, see Richard Barnhart, “The Return of the Academy”, in Wen C. Fong and James C.Y. Watt (eds), Possessing the Past: Treasures from the National Palace Museum, Taipei, New York, Metropolitan Museum and Taibei, National Palace Museum, 1996, p. 343-47.

11 “Arhats crossing the sea”, Bidian zhulin [Bidian zhulin, shiqu baoji: chubian, Taibei, National Palace Museum, 1971], 10, p. 126. “Eternal joy in old age”, ibid., 20, p. 206. «Herding buffalo beneath willows”, Shiqu baoji [Bidian zhulin, shiqu baoji: chubian, Taibei, NPM, 1971], 7, p. 438. “Cats at play”, ibid., 8, p. 651. «Immortals’ hall on Yingzhou”, Shiqu baoji [Bidian zhulin, shiqu baoji: xubian, Taibei, NPM, 1971], pt. 20, p. 1119. “Lone boat in the wide river at the old Chongyan pagoda”, ibid., pt. 75, p. 3629. “New year court assembly” (painted on paper), Shiqu baoji [Bidian zhulin, shiqu baoji: sanbian, Taibei, NPM, 1969], p. 1757.

12 For reproductions of this painting, see Richard Barnhart, “The Return of the Academy”, op. cit., p. 345, fig. 127; Stephen Little (éd.), Taoism and the Arts of China, Chicago, Art Institute of Chicago and Berkeley, University of California Press, 2000, p. 14, fig. 1.

13 Richard Barnhart et al., Painters of the Great Ming: The Imperial Court and the Zhe School, Dallas, Dallas Museum of Art, 1993, p. 40.

14 Richard Barnhart, “The Ming Academy”, in R. Barnhart et al. (eds), Mandate of Heaven: Emperors and Artists in China, Zurich, Museum Rietberg, 1996, p. 97. See also Craig Clunas, Art in China, Oxford and New York, Oxford University Press, 1997, p. 68.

15 R. Barnhart, “The Ming Academy”, p. 97.

16 Wang Cheng-hua, “Material Culture and Emperorship: The Shaping of Imperial Roles at the Court of Xuanzong (r. 1426-35)”, PhD thesis, Yale University, 1998, p. 195.

17 See Sherman Lee’s discussion in J.A. Levenson, Circa 1492: Art in the Age of Exploration, Washington DC, National Gallery of Art, and New Haven, Yale University Press, 1991, p. 433-434 (cat. no. 287); and Craig Clunas, Art in China, p. 68-69.

18 Wilt L. Idema, “The Founding of the Han Dynasty in Early Drama: the Autocratic Suppression of Popular Debunking”, in W.L. Idema and E. Ziir- cher (eds), Thought and Law in Qin and Han China, Leiden, E.J. Brill, p. 183-207.

Il Culto di Guan Yu

Prosegue da Violenza sulla carta: enfasi del culto e rituale nel dipinto di Guan Yu (prima parte)

Tradotto da Storti Enrico

Dal saggio Violence Un-scrolled : Cultic and Ritual Emphases in Painting Guan Yu , scritto da Oliver Moore e pubblicato in Arts Asiatiques Année 2003 58 pp. 86-97

Statua del dio Guandi presso la camera di commercio dello Shaanxi a Liaocheng

L’evidenza più remota di un culto di Guan Yu si riferiscono al suo ruolo di guardiano di una montagna nel sesto secolo. I monaci buddsti locali in seguito si fecero carico di questo culto e riconobbero Guan Yu come protettore del loro monastero. Nel corso dei quattro secoli successivi il suo rango lentamente aumentò di importanza. Egli non fu la divinità della guerra principale durante la dinastia Tang [19] ma durante la dinastia Song, in un periodo di stato di guerra quasi permanente con i nemici del nord, il culto diventò molto importante. Significativamente, Huizong (1101-1127), che fu molto meno inetto militarmente di quello che i giudizi successivi lo condannarono ad essere, promosse vigorosamente il culto di Guan Yu.

Guan Ping

Una leggenda che associa Guan Yu con il suo figlio adottivo Guan Ping come figura di collegamento dello stesso culto era documentata durante la dinastia Song del Sud. [20] In seguito i Mongoli adottarono Guan Yu come propria divinità della guerra ufficiale, ma sarà sotto i Ming che si verificherà la vera esplosione dell’adorazione di Guan Yu. Ciò fu in larga parte dovuto alla politica fondante del governo Ming di tollerare i culti popolari, che di ritorno fu ripagata con una larga base di supporto. [21] Nel 1388 il governo abolì l’osservanza statale nei confronti del Re Wucheng, fino ad allora in epoca Ming il correlativo militare al culto di stato di Confucio. Questa abolizione, qualche decade precedente al completamento del dipinto di Shang Xi, contribuì alla notevole ascesa di Guan Yu nelle osservanze rituali officiali. In prossimità della fine della dinastia, nel 1615 o è possibile prima, il governo elevò Guan Yu al suo status più elevato di tearca con il titolo di “Guandi”. [22]

L’ascesa di Guan Yu fu anche grazie alle credenze popolari nella sua efficacia come divinità che rispondeva alle sollecitudini militari di punizione e lealtà. Resoconti sulle apparizioni di Guan Yu sui campi di battaglia divennero innumerevoli nel corso dei secoli Ming e Qing. Una visione riportata durante una delle campagne dell’imperatore Yongle contro i Mongoli è tipica: Guan Yu apparve a intermittenza sopra le steppe attraverso le quali l’esercito cinese avrebbe dovuto marciare. [23] Tali miracoli venivano spesso ripagati con energici programmi di costruzione di templi nella capitale. Inoltre Guan Yu non era solo un dio della guerra. Egli attrasse offerte come divinità della letteratura e coloro che si apprestavano ad intraprendere gli esami per il servizio civile credevano in lui come un efficace patrono delle loro speranze di carriera. [24] Sul finire dei Ming egli divenne un dio della ricchezza e del benessere. [23] E, sebbene la loro documentazione risalga ai Qing, i riti di iniziazione delle società segrete spesso invocavano l’autorità di Guan Yu per atti rituali compiuti davanti ai suoi altari. [26]


Continua in Violenza sulla carta: enfasi del culto e rituale nel dipinto di Guan Yu (terza parte)

Note

19 David McMullen, “The cult of Ch’i T’ai-kung and T’ang Attitudes to the Military”, Tang Studies 7 (1989) p. 59-103, esp. 102-103.

20 Zhipan (comp., AD 1269), Fozu tongji [Taishô shinshù daizôkyô, vol. 49, no. 2035], 6, p. 183B.

21 Daniel Overmyer, “Attitudes Toward Popular Religion in Ritual Texts of the Chinese State: the Collected Statutes of the Great Ming”, Cahiers d’Extrême-Asie, vol. 5 (1990) p. 191-221.

22 For the dating of this elevation to 1615, see Duara, Superscribing Symbols [note 1], p. 783; for earlier instances of the title di, see Huang Huajie, Guan Gong de ren’ge yu shen’ge, Taibei, Shangwu yinshuguan, 1967, p. 139-41.

23 Liu Tong and Yu Yizheng, comps, Dijing jingwu lue, Beijing, Beijing guji, 1980, 3.97.

24 For documented cases in the late Ming, see Benjamin Elman, A Cultural History of Examinations in Late Imperial China, Berkeley, University of California Press, 2000, p. 302-304, 315

25 Duara, p. 783; see also Evelyn Rawski, “Problems and Prospects” in David Johnson, Andrew J. Nathan and Evelyn Rawski (eds), Popular Culture in Late Imperial China, Berkeley, University of California Press, 1985, p. 410.

26 Barend ter Haar, Ritual and Mythology of the Chinese Triads, Leiden, E.J. Brill, 1998, p. 109, 126, 137; on Guan Yu’s role as a witness to blood covenants, see p. 162, 169, n. 56 and p. 191-3.

Dadao Wang Wu

Un personaggio di cui si favoleggia nei circoli marziali è Wang Wu 王五 “Grande lama” 大刀 vissuto alla fine dell’epoca Qīng.
In origine Wang Wu si chiamava Wang Zhengyi 王正谊 (1854-1900). Originario di Cangzhou. Egli apprese le arti marziali all’interno della propria famiglia. Per l’enciclopedia di Sogou egli prese come maestro Li Fenggang 李凤岗 che era un praticante di Liuhequan. Siccome aveva acquisito una certa abilità nelle arti marziali e nell’uso del Da Dao gli venne attribuito il soprannome di “Grande lama” e il nome Zhen Jianghu 震江湖 (Tuono dei laghi e dei fiumi). Da Cangzhou si trasferì a Beijing dove aprì l’agenzia di scorte Yuanshun 源顺, facendo amicizia con altri eroi dei circoli marziali e il famoso riformatore Tan Sitong 谭嗣同 a cui insegnò le arti marziali. In seguito Wang Wu fu giustiziato dalle Otto Nazioni Alleate che intervennero in Cina a seguito della rivolta dei Boxer.

Bruce Lee era un plagiatore?

Dedicato a tutti i Plagiatori e Millantatori...

Tradotto da Storti Enrico

Da Was Bruce Lee a Plagiarist? di James Bishop, Ph.D., January 3, 2023 in     http://www.passminds.com/2023/01/03/was-bruce-lee-a-plagiarist/

Come molti di voi sanno, da tempo sto facendo ricerca  sugli scritti attribuiti a Bruce Lee. Mi sono ritagliato un’area di specializzazione nell’identificare le fonti non attribuite di quegli scritti. Sebbene la maggior parte di questi esempi non siano stati pubblicati da Bruce Lee durante la sua vita, nel corso della mia ricerca ho identificato numerosi casi in cui lo stesso Bruce Lee ha pubblicato e/o presentato materiale di altri autori rivendicando il merito del materiale o omettendo di citare le loro vere fonti.

Ai fini di chiarire bene il campo , mi affido alla definizione di plagio dell’Università di Oxford:

“Il plagio è presentare il lavoro o le idee di qualcun altro come proprie, con o senza il loro consenso, incorporandole nel proprio lavoro senza pieno riconoscimento. Tutto il materiale pubblicato e non pubblicato, sia esso in forma manoscritta, stampata o elettronica, è coperto da questa definizione. Il plagio può essere intenzionale o incauto o non intenzionale”. (Università di Oxford, 2023)

Non ci sono dubbi: Bruce Lee era un plagiatore. Non traggo soddisfazione dal dirlo, ma è comunque vero. Desiderare che fosse diverso non cambierà le cose.

Oggi ho avuto una discussione piuttosto tesa con Steve Kerridge, uno dei migliori storici di Bruce Lee al mondo e qualcuno per il quale ho un grande rispetto, sul fatto che Bruce Lee fosse un plagiatore. Steve assume la posizione che Bruce Lee avrebbe preso in prestito da altri, ma non dovrebbe essere definito un plagiatore.  La mia posizione è che Bruce Lee si è chiaramente preso il merito delle idee e del testo letterale di altre persone e l’etichetta “plagio” è inevitabile quando le prove sono ineccepibilmente chiare.

Attualmente sto raccogliendo ricerche per un testo accademico sui plagi di Bruce Lee. Fino a quando non verrà pubblicato, non rilascerò la totalità delle mie scoperte. Ma poiché c’è una certa riluttanza da parte di alcuni fan di Bruce Lee ad accettare l’idea che lo stesso Bruce Lee possa essere colpevole di plagio, ora vi mostrerò quattro esempi di Bruce Lee che plagia intenzionalmente durante la sua vita. Questa è una piccola parte delle prove che ora ho. Ma a questo punto voglio almeno fornire un po’ di prove per dimostrare la mia affermazione che Bruce Lee era colpevole di “presentare il lavoro o le idee di qualcun altro come proprie” e “incorporarle nel suo lavoro senza pieno riconoscimento [agli autori originali]”.

Nel leggere quanto segue si deve tener presente che questi sono solo alcuni esempi della mia ricerca. Ci sono molti altri esempi da rivelare, inclusi altri esempi di plagio dalle opere di Bruce Lee menzionate di seguito.

Esempio uno: Saggio universitario “Un momento di comprensione”(A Moment of Understanding).

Quello che segue è un saggio che Bruce Lee scrisse per il suo corso di inglese da matricola all’Università di Washington a Seattle nel 1961. Lo intitolò “A Moment of Understanding”.

Il mio istruttore di allora, il professor Yip Man, capo della scuola di Wing Chun gung fu, venne da me e disse: “Leung, rilassati e calma la tua mente. Dimentica te stesso e segui il movimento dell’avversario. Lascia che la tua mente, la realtà di base, faccia la contro-mossa senza alcuna interferenza deliberativa. Soprattutto, impara l’arte del distacco.”

“Era così!” Ho pensato. “Devo rilassarmi!” Tuttavia, in quel momento avevo appena fatto qualcosa che contraddiceva la mia volontà. Ciò è avvenuto nel momento preciso in cui ho detto: “Devo rilassarmi”. La richiesta di sforzo nel dover, era già incoerente con la mancanza di sforzo nel rilassamento.

Quando la acutezza della mia autocoscienza è cresciuta fino a raggiungere quello che gli psicologi chiamano di tipologia “doppio legame”, il mio istruttore si avvicinò di nuovo a me e disse: “Leung, preservati seguendo le curve naturali delle cose e non interferire. Ricordati di non affermarti mai contro la natura; non essere mai in opposizione frontale a nessun problema, ma controllalo oscillando con esso. Non allenarti questa settimana. Vai a casa e pensaci».

La settimana dopo rimasi a casa. Dopo aver trascorso molte ore meditando e praticando, mi sono arreso e sono andato a navigare da solo su una giunca. In mare ho pensato a tutti i miei allenamenti passati e mi sono arrabbiato con me stesso e ho preso a pugni l’acqua! Proprio allora, in quel momento, un pensiero mi colpì all’improvviso; non era quest’acqua l’essenza stessa del gung fu? L’ho colpita ma non ha subito danni. Ancora una volta l’ho colpita con tutta la mia forza, ma non è stato ferita! Ho quindi provato a coglierne una manciata ma questo si è rivelato impossibile. Questa era l’acqua, la sostanza più morbida del mondo, che poteva essere contenuta nel vaso più piccolo, sembrava solo debole. In realtà, avrebbe potuto penetrare nella sostanza più dura del mondo. Era così! Volevo essere come la natura dell’acqua.

All’improvviso un uccello volò e gettò il suo riflesso sull’acqua. Proprio in quel momento, mentre ero assorbito dalla lezione dell’acqua, mi si rivelò un altro senso mistico di significato nascosto; i pensieri e le emozioni che ho avuto davanti a un avversario non dovrebbero passare come il riflesso dell’uccello che vola sull’acqua? Questo era esattamente ciò che il professor Yip intendeva per essere distaccato: non essere privo di emozioni o sentimenti, ma essere uno in cui i sentimenti non erano appiccicosi o bloccati. Quindi per controllarmi devo prima accettarmi andando con e non contro la mia natura. (Lee, 1975, pp. 38-39)

Confronta questi passaggi con quelli di D.T. Suzuki e Alan Watts:

Da Buddismo Zen: Scritti selezionati di D.T. Suzuki (From Zen Buddhism: Selected Writings of D. T. Suzuki):

Devi seguire il movimento della spada nelle mani del nemico, lasciando la tua mente libera di fare la propria contro-mossa senza che tu interferisca deliberatamente. Ti muovi mentre si muove l’avversario, e questo si tradurrà nella sua stessa sconfitta. (Suzuki, 1956, pag. 291)

(Vorrei sottolineare che ho scoperto l’esempio di plagio di cui sopra mentre scrivevo questo post sul blog)

E, ora, da This Is It:

L’apparente moltiplicazione dei disturbi psicologici nella nostra cultura tecnologica è forse dovuta al fatto che sempre più individui si trovano intrappolati in queste situazioni ringhiose che l’antropologo psichiatrico Gregory Bateson ha chiamato il tipo “doppio legame”, in cui l’individuo è obbligato a prendere una decisione che allo stesso tempo non può o non deve prendere. È chiamato, in altre parole, a fare qualcosa di contraddittorio, e questo di solito rientra nella sfera dell’autocontrollo, il tipo di contraddizione sintetizzato nel titolo di un noto libro, You Must Relax (devi rilassarti). C’è bisogno di dire che la richiesta di impegno nel “dover” è incoerente con la richiesta di assenza di sforzo nel “rilassamento”? (Watt, 1960 p. 62-63)

Per mantenere il controllo dobbiamo imparare nuove reazioni, proprio come nell’arte del judo bisogna imparare a non resistere a una caduta o a un attacco ma a controllarlo oscillando con esso. Ora il judo è un’applicazione nella lotta della filosofia zen e del wu-wei taoista, del non affermarsi contro la natura, del non essere in opposizione frontale alla direzione delle cose. L’obiettivo dello stile di vita Zen è l’esperienza del risveglio o illuminazione (insight, dovremmo dire nel gergo psicologico corrente), in cui l’uomo sfugge alla paralisi, al doppio legame, in cui il dualismo: idea di autocontrollo e l’autocoscienza lo coinvolge. In questa esperienza l’uomo supera il suo sentimento di divisione o separazione, non solo da se stesso come sé superiore che controlla contro il sé inferiore controllato, ma anche dall’universo totale di altre persone e cose. (Watt, 1960, p. 67)

Questo è ciò che lo Zen intende per essere distaccato: non essere privo di emozione o sentimento, ma essere uno in cui il sentimento non è appiccicoso o bloccato, e attraverso il quale le esperienze del mondo passano come i riflessi di uccelli che volano sull’acqua. Sebbene possegga una completa libertà interiore, non è, come il libertino, in rivolta contro gli standard sociali, né, come il presuntuoso, che cerca di giustificarsi. È tutto d’un pezzo con se stesso e con il mondo naturale, e in sua presenza, senti che senza sforzo o artificio è completamente “tutto qui” – sicuro di sé senza la minima traccia di aggressività. (Watt, 1960, p. 68)

Bruce Lee sapeva chiaramente quando ha presentato questo documento al suo insegnante che stava commettendo un plagio. Nel libro Bruce Lee: The Man Only I Knew, la sua vedova Linda Lee ha intervistato la sua professoressa di inglese, Margaret Walters. Secondo la professoressa Walters:

“All’epoca parlava un buon inglese, ma scrivere temi del genere che gli insegnanti assegnano non è facile per gli studenti che provengono da un’altro retroterra. Semplicemente non è immediato per loro. E così ho più o meno lasciato che Bruce scrivesse quello che voleva quel primo trimestre. Aveva una certa nostalgia di casa, quindi ho ricevuto queste descrizioni di Hong Kong. Sono abbastanza sicura che alcune delle cose che mi ha dato come temi dovevano essere traduzioni di poesie cinesi che aveva studiato, letto o memorizzato in passato. E, infatti, una volta l’ho accusato di averlo fatto e lui ha riso. Non lo ammetteva, ma non lo negava nemmeno”. (Lee, 1975, p. 53).

  • Questo è importante per due ragioni. In primo luogo, la professoressa Walters lo accusò apertamente di aver plagiato i suoi temi. Ciò significa che ha avuto una discussione con lui su cosa costituisse plagio. Perciò non può affermare, almeno da quel momento in avanti, di ignorare le sue azioni o di non sapere cosa costituisse plagio.
  • In secondo luogo, e forse la cosa più importante, non ha negato di aver commesso un plagio. La sua riluttanza a dire inequivocabilmente di non aver plagiato, anche ridendoci sopra, suggerisce che fosse pienamente consapevole di ciò che aveva fatto e stesse giocando al gatto col topo con la sua professoressa. Dalla lettura della sua dichiarazione, si potrebbe presumere che la stesse implicitamente sfidando a identificare le sue fonti.

Cosa c’è di peggio in questo esempio? Quando rimuovi gli esempi di plagio da questo saggio, rimane ben poco. Ciò che resta – l’affermazione sulla natura dell’acqua – è essa stessa parafrasata dagli insegnamenti taoisti, quindi è improbabile che sia stata una sorta di epifania. La conclusione da trarre da questi plagi è che questa storia – quella che i fan hanno creduto a lungo sulla vita di Bruce Lee [della meditazione sulla giunca] – non ha potuto accadere. Era una storia inventata.

Esempio due: “The Tao of Gung Fu: A Study of the Way of the Chinese Martial Art”

Nel 1967, Bruce Lee pubblicò un opuscolo di 13 pagine con un saggio che si presumeva fosse stato scritto da lui. Chiamato The Tao of Gung Fu: A Study of the Way of the Chinese Martial Art (Il Tao del Gung Fu: uno studio sulla via dell’arte marziale cinese), il saggio era stato precedentemente pubblicato nel 1963 e si credeva che fosse stato redatto nel 1962. Il saggio conteneva il seguente passaggio:

La parola Tao non ha un esatto equivalente nella lingua inglese. Renderlo nella Via, o nel “principio” o nella “legge”, significa dargli un’interpretazione troppo ristretta. (Lee, 1967, p. 1)

Ora confronta con Le opere di Lao Tzyy: verità e natura (The Works of Lao Tzyy: Truth and Nature):

La parola cinese “Daw” o “Tao” usata in questo libro non ha un esatto equivalente in lingua inglese. … Renderlo in “Via” o “Principio” o “ragione” significa dargli un’interpretazione troppo restrittiva. Il presente traduttore ha scelto la parola “Verità” come suo sostituto. (Cheng-Lin, 1949, p. 5)

Ciò che è interessante di questo saggio è che Bruce Lee in realtà tenta di citare fonti al suo interno, ma altre fonti non le riconosce. Rende chiaro che capisce e gli è stato insegnato di fornire citazioni per materiale esterno, ma lo fa solo quando sembra adatto a lui.

[il Traduttore: il seguente confronto che indica una altro plagio è stato segnalato da George Tsimpinoudakis ed inserito come tutte le immagini per questa versione tradotta dell’articolo]

Bruce Lee 1963, courtesy of George Tsimpinoudakis
Cai Longyun 1950, courtesy of George Tsimpinoudakis
Bruce Lee 1963, courtesy of George Tsimpinoudakis
Cai Longyun 1950, courtesy of George Tsimpinoudakis

Esempio Tre: “Liberate Yourself from Classical Karate”

Liberate Yourself from Classical Karate” (Liberati dal Karate Classico) era un saggio che Bruce Lee pubblicò nell’edizione di settembre 1971 di Black Belt Magazine. È probabilmente il più famoso dei suoi scritti pubblicati durante la sua vita, eppure non è immune dal problema del plagio. Infatti in questo saggio ho trovato idee prese in prestito senza attribuzione da più fonti, ti darò un esempio delle mie scoperte.

Nel saggio, Bruce Lee scrive:

Sebbene il JKD utilizzi tutti i modi e i mezzi per servire il suo fine (dopotutto, l’efficienza è tutto ciò che fa punteggio), non è vincolato da nessuno ed è quindi libero. In altre parole, il JKD possiede tutto, ma di per sé non è posseduto da nulla. (Lee, 1971, p. 27)

Questo passaggio è plagiato da Zen Comes West (lo Zen arriva in occidente):

La Scuola del Buddismo Zen può essere vista come parte della scuola Mahayana o interamente a sé stante. Usa tutte le scritture e non è vincolata da nessuna, e allo stesso modo usa qualsiasi tecnica o mezzo (upaya) che serva al suo fine, che è quello di risvegliare la mente del discepolo alla propria illuminazione. (Humphreys, 1960, p. 21)

Il mio amico e collega, autore e storico spagnolo di Bruce Lee, Marcos Ocana, crede di aver identificato fino a un terzo dei contenuti di questo saggio come plagio. Anche se non ho ancora trovato molto, non sarei sorpreso.

Esempio quattro:“1972 Letter to John” (Lettera a John del 1972)

L’ultimo esempio con cui vi lascerò è uno degli ultimi casi che ho trovato, e questo era in una lettera a qualcuno di nome John. Scritta intorno all’estate del 1972, include quanto segue:

Vedi, John, quando avremo l’opportunità di allenarci, vedrai che il tuo modo di pensare non è assolutamente uguale al mio. L’arte, in fondo, è un mezzo per acquisire la libertà “personale”. La tua strada non è la mia, né la mia la tua. Quindi, che possiamo stare insieme o meno, ricorda bene che l’arte “VIVE” dove c’è la libertà assoluta. Con tutto l’allenamento gettato nel nulla, con una mente (se esiste una tale sostanza verbale) perfettamente inconsapevole del proprio funzionamento, con il “sé” che svanisce [nel] nulla, l’arte del JKD raggiunge la sua perfezione. (Lee, 1998, p. 167)

Ora confrontalo con questo testo tratto da Zen and Japanese Culture (Zen e cultura giapponese):

L’arte vive dove c’è la libertà assoluta, perché dove non c’è non può esserci creatività. Libertà e creatività e mio e tu sono sinonimi. (Suzuki, 1960, pag. 144)

E

Si può dire che la mente non sa dove si trova. Quando questo è realizzato, con tutto l’addestramento gettato al vento, con una mente perfettamente inconsapevole del proprio funzionamento, con l’io che svanisce da nessuna parte, l’arte della spada raggiunge la sua perfezione, e colui che la possiede è chiamato meijin ( “genio”). (Suzuki, 1960, pag. 153)

Dallo scorrere della scrittura è molto chiaro che una persona ragionevole arriverebbe alla conclusione che questa lettera scritta a mano rappresenta le parole di Bruce Lee. In effetti, questa è chiaramente l’intenzione di Bruce Lee, perché in nessun momento Bruce Lee indica a John che sta citando gli scritti di un’altra persona.

Le lettere di Lee venivano spesso plagiate; amava dare ad amici e studenti pezzi di illuminata saggezza, tuttavia di solito non era lui il saggio. Infatti, se iniziava una frase con “Ricorda, amico mio…” c’era una buona probabilità che ciò che seguiva fosse un plagio.

Anche questo è importante perché esemplifica uno schema comune nei plagi di Bruce Lee; un modello che negli studi letterari è talvolta indicato come “plagio a mosaico”. Nel plagio a mosaico, il plagio prende parti da diverse fonti per creare un pezzo più grande di opera plagiata. La complessità di questo tipo di plagio rende più difficile credere che non sia stato intenzionale.

Riferimenti Bibliografici

Cheng, L. (1949). The works of Lao Tzyy: Truth and nature. World Encyclopedia Institute.

Humphreys, C. (1960). Zen comes west. George Allen & Unwin, Ltd.

Lee, B. (1967). The Tao of gung fu: A study of the way of the Chinese martial art. Oriental Book Sales.

Lee, B. (1971, September). Liberate yourself from classical karate. Black Belt Magazine, 9(9), pp. 25-27.

Lee, B. (1998). Bruce Lee: Letters of the dragon: An anthology of Bruce Lee’s correspondence with family, friends, and fans 1958-1973 (Vol. 5). Tuttle Publishing.

Lee, L. (1975). Bruce Lee: the man only I knew. Warner Paperback Library.

Suzuki, D. T. (1960). Zen and Japanese culture. Pantheon Books.

Suzuki, D. T., & Barrett, W. (1956). Zen Buddhism: selected writings of DT Suzuki. Anchor Books.

University of Oxford. (2023, January 2). Plagiarism. https://www.ox.ac.uk/students/academic/guidance/skills/plagiarism

Watts, A. (1960). This is it, and other essays on Zen and spiritual experience. Vintage.

Traduzione del Jianjing (Classico della Spada) – Prima Parte: La Prefazione

Traduzione di Storti Enrico da https://tplafightingwords.com/2021/03/18/jian-jing-part-1-preface/, March 18, 2021, Chad Ironmonger

La dinastia cinese dei Ming è stata uno dei periodi più di impatto e di formazione nella storia Cinese recente . Molte grandi conquiste provengono da questo periodo, spronate dal flusso di una società tumultuosa. Riguardo la parte successiva del periodo poche cose arrivarono insieme che fossero di grande importanza per noi nelle arti marziali cinesi.

Violenza e Letteratura.


Durante la dinastia Ming si scrissero dei libri e degli argomenti pubblicati e stampati disponibili per molte persone a cui non spesso era offerto tale accesso.

Innanzitutto, la fine della dinastia Ming fu rovinata da moltissima violenza in forma di ribellioni, invasioni da nemici stranieri e dalle incursioni dei Wukou dell’epoca di Jiajing (嘉靖大倭寇) che si verificarono sulle coste cinesi. Questa è la famosa lotta con i Pirati Giapponesi. Sebbene sarebbe probabilmente più accurato chiamarli pirati costieri, siccome molti di essi non erano di origini giapponesi ma piuttosto locali ed altri traditori cinesi. Fu durante questo conflitto che alcuni dei leggendari Generali di cui parliamo nei circoli di arti marziali, misero il loro sigillo nella storia. La successiva importante componente della nostra storia è il boom delle pubblicazioni Ming. Con la proliferazione e l’integrazione delle macchine di stampa, la società Ming fu sommersa da libri e pubblicazioni. Laddove prima, la lettura era spesso qualcosa che non era comune fuori della classe dei letterati e degli studiosi, con l’avvento della stampa e della pubblicazione di massa, i libri divennero più disponibili per più persone. Ciò causò una grande mescolanza di norme sociali precedenti, permettendo alle persone che non erano tradizionalmente in grado di accedere a certi argomenti di disseminare questa conoscenza a molte persone che, a loro volta, non ne avrebbero mai avuto la opportunità. I letterati iniziarono a praticare arti marziali e a studiare gli affari militari, e gli ufficiali militari pubblicarono poesie e scrissero i loro propri libri sulla strategia militare, sull’addestramento e su altri argomenti. Questo particolare incontro di menti formò la pietra angolare di molte delle odierne arti marziali. I migliori esempi di ciò furono due generali chiave nella Crisi Costiera: You Dayou e Qi Jiguang. Entrambi erano della classe militare, educati e cresciuti dall’infanzia per sostenere l’esame Militare Imperiale ed assumere il ruolo di comandanti militari. Ma entrambi erano anche famosi poeti amatoriali ed autori di lavori propri (una novità del tempo). È stato largamente grazie a questi due uomini che abbiamo una gran parte delle conoscenze sulle arti marziali odierne.

Stele eretta nel 1559 in commemorazione di Yu Dayou, oggi nel terreno della Scuola Media Zhenhai, in Zhejiang

Yu Dayou

Yu Dayou 俞大猷

Il Generale Yu Dayou era uno dei principali Generali in forza alla situazione dei Pirati Costieri. Nel 1550, egli pubblicò il libro Zhengqitangji 正氣堂集,  Compilazione sull’Energia Vitale /in questo caso si parla di Zhengqi/ . All’interno di questo volume c’è una sezione intitolata Jian Jing 劍經, Classico della Spada. Questo è un esteso volume sull’addestramento di arti marziali per finalità militari e uno dei primi di questo tipo conosciuti. Questo trattato, è uno dei testi fondativi per l’eredità storica dei progressi dei libri delle arti marziali cinesi.  Un manuale esplicito di addestramento nell’uso delle armi e nella loro pratica. Sebbene non ci fossero illustrazioni o diagrammi inclusi nel testo originale, alcune sono state aggiunte dai successivi autori-editori. Questa sezione fu anche copiata ed inclusa in numerosi altri volumi di trattati militari, incluso il Jixiao Xinshu 紀效新書, Nuovo Libro sull’Efficienza Militare, e nel Wubeizhi 武備志, Cronache  di Tecnologia Militare, spesso interamente.

Il Jianjing

Una immagine del Jianjing che compare nel Zhenqi Tanji

Il Jian Jing è uno dei più ampi manuali di addestramento del periodo. Come menzionato, la dinastia Ming fu un tempo violento e tumultuoso.  Il servizio militare Ming era in forte declino e la necessità di reclutare di soldati da fonti non militari  era comune, specialmente nel conflitto costiero con i Wukou. Allo stesso tempo, la nobiltà aveva un gran bisogno di addestrare e mantenere la protezione privata per le loro proprietà e per se stessi. Questo creò una certa domanda di libri su questo addestramento, non solo nei metodi di guerra militari e formali, ma nell’addestramento individuale, che noi oggi nell’insieme chiamiamo “arti marziali”. Il Jian Jing è uno di questi testi che fu influente ai suoi tempi e che continuò ad esserlo nel futuro grazie a molte ripubblicazioni che esso ha avuto nel corso dei secoli. Il testo stesso contiene consigli generici, molti dei quali noi possiamo sentire riecheggiare in altre arti marziali di oggi quali il Taiji, una sezione dell’uso del tridente ed oltre un centinaio di separate voci  costituite di addestramento allargati o scenari di allenamento in coppia che illustrano l’uso delle armi. Queste voci contengono una gran quantità di informazioni e possono spesso offrire non solo esercizi per la pratica, ma riflessioni sulla strategia e sul maneggio delle armi. Sono incluse liste di nomi delle tecniche, così come spiegazioni basilari sulle formazioni delle truppe ed idee. Molti di questi termini e concetti seguono lo scritto degli altri autori del tempo come i nomi delle tecniche.

Traduzione della “Prefazione del Classico della Spada” 劍經并序

Pagine del Jianjing

猷學荊楚長劍,頗得其要法。吾師虛舟趙先生,見而笑曰:若知敵一人之法矣,詎知敵百萬人之法本於是乎? 猷退而思,思而學,學而又思,思而又學,乃知天下之理原於約者,未嘗不散於繁。散於繁者,未嘗不原於約。復以質之,先師曰:得之矣。 Io sono uno studente della spada lunga Jing Chi, avendone studiato i metodi essenziali. Il mio maestro Xu Zhou Zhao guardò e rise mentre diceva: “Se conosci il metodo per affrontare un avversario, come saprai allo stesso modo affrontare cento o diecimila avversari?” Mi sono ritirato a riflettere ciò molte volte, studiando e riflettendo, riflettendo e quindi studiando, per giungere a realizzare che i principi di ognuno si sono originati dal semplice e non sono sgorgati dal complicato(o complesso). che ciò che è complesso ha avuto origine dal semplice, mai nel senso opposto. Sono tornato a discutere dell’argomento e il mio maestro disse: “tu hai capito!”

夫首之大, 嘴牙之小,不相稱焉,兩不相為用也。手足之大,指爪之小,不相稱焉,兩不相為用也。身之大,手足之小,不相稱焉,兩不相為用也。鳧以掌大而不能棲,鶩以嘴大而不能啄,鳶以翼大而不能擊,狼以尾大而不能掉,鹿以角長而困,豕以肉多而喘,駑以鬣濃而鈍,虎以項短而力,兔以前短而狡,雞以爪細肩廣而善鬥,犬以毛淺尾銳而善獵。疾病之人,手足鞅掌者懶,臍腹彭亨者倦,頭項癭瘤者偏,腰膂薄弱者痿,前急後曳者躓:無不有勢存焉。 La testa di un uomo è grande e i suoi denti e labbra sono piccoli, essi hanno nomi differenti perché sono usati differentemente. Le mani e i piedi sono grandi mentre le dita sono più piccole, come posso dargli lo stesso nome quando sono differenti? Il corpo è ampio e gli arti sono piccoli, essi non sono considerati la stessa cosa perché essi non sono la stessa cosa. Il Germano reale ha dei piedi larghi, eppure non può appollaiarsi. L’oca domestica ha un largo becco , ma non può beccare. Un aquilone ha delle larghe ali, ma non può sbatterle. Il lupo ha una coda larga, tuttavia non può scodinzolare. Il cervo ha delle lunghe corna e tuttavia sono vivaci. Il cinghiale ha dei larghi muscoli e tuttavia ansima. Un vecchio cavalli ha una criniera folta, ma è stupido. Una tigre ha un collo corto, ma tuttavia è potente. I conigli hanno delle zampe frontali corte, e tuttavia sono furbi. I polli hanno artigli sottili e ampie spalle e sono bravi nel combattimento. Un cane ha un pelo corto e una coda appuntita ed è bravo nel combattimento. Un uomo frettoloso sarà stanco e le sue membra saranno lente come se fossero legate. Coloro che hanno una pancia come Peng Bo saranno stanchi. Quelli con un tumore o un gozzo sul collo saranno inclinati su un lato. Quelli che hanno una spina dorsale e una vita deboli, saranno quasi paralizzati, coloro la cui fronte è anche veloce ed il cui retro è anche lento, inciamperanno: ogni cosa esiste nel suo proprio modo.

聖人制兵師之陣,必有奇有正,必有從有伏,必有揚有備,必有前後、有中央、有左右,必有握奇,必有遊闕。其陣不一,各有輕重、饒減、盈縮、遠近、疏數之權。度大以稱小,小以稱大,人以稱地,地以稱人,無不勝也。然則舍萬 物之情,以求行陣之法者,遠矣。 Le formazioni delle truppe del saggio avranno sicuramente delle componenti convenzionali e delle componenti non convenzionali, dell’ovvio e dell’impercettibile,  una componente di attacco ed una di preparazione. Esse devono avere un fronte e una retrovia, un equilibrio centrale, sinistra e destra. Essi devono afferrare l’insondabile e devono stabilirsi nel vagare. Queste formazioni non sono un unica cosa, ma ognuna ha leggerezza e pesantezza, espansione e contrazione, lontano e vicino e numeri da considerare. Considerare il grande per bilanciare il piccolo, il piccolo per bilanciare il grande, l’uomo deve bilanciare la terra, la terra deve bilanciare l’uomo e ci sarà sempre la vittoria. Ma, quelli che non considerano le diecimila cose e invece cercano le tecniche di guerra delle truppe hanno perso la loro via.

一人之鬥,有五體焉:一身居中,二手二足,為之前後左右,有防有擊,有立有踢,一體偏廢,不能為也。唯伍法具於一人,故起伍之數,必五人兩之數,必五伍隊之數,必五十卒之數;必四兩一車,車之數必五乘,偏之數必五隊,軍之數必五偏,陣之數必五軍,自一人以至百千萬人,同一法也。 Un combattimento con un uomo ha cinque componenti: un corpo al centro, due mani e due piedi, con azioni di avanzamento, ritirata, a sinistra e a destra. Ognuno di essi ha i propri sistemi di attacco e di difesa. C’è stare in piedi calciando, non bisogna trascurare nessuna parte. In una squadra di cinque il metodo è che ogni uomo è armato, il vecchio metodo stabilisce il numero di squadre, la squadra deve avere un numero di cinque uomini, due squadre sono un drappello, cinque drappelli formano un plotone di 50 soldati; Ci deve essere un carro per ogni quattro drappelli, ci devono essere cinque carri in totale; una compagnia consiste in cinque plotoni, un battaglione consiste in cinque compagnie e una brigata in cinque battaglioni, da un uomo a diecimila uomini, il metodo è lo stesso.

Nota del traduttore (originale): io ho usato i termini equivalenti dell’esercito americano per i nomi delle unità a parità di grandezza. Essi non sono esattamente uguali ed i numeri sono semplicemente gamme di numeri di truppe: squadra 伍, drappello 兩, plotone 隊, compagnia 偏, battaglione 軍, brigata 陣.

一人之鬥,身體手足,皆有屈伸之節。屈於後者,伸之於前;屈於右者,伸之於左。使皆屈而無伸,與皆伸而無屈,僵人而已耳!雖具五體,不能為也。故伍必以三人為正,二為奇;什必七人為正,三為奇;八陣必四隅為正,四方為奇;自一人以至百千萬人,同一法也。 Quando un solo uomo combatte, il corpo, le mani e i piedi nell’insieme hanno flessione ed estensione a livello delle giunture. Ciò che si piega in avanti, si estende dietro; ciò che si piega a destra, si estende a sinistra. Così, ciò che è completamente piegato non può essere esteso e ciò che è completamente esteso non può essere piegato, l’uomo sarà rigido come una tavola! Anche con i cinque strumenti del corpo, egli non sarà in grado di fare alcunché. Ecco perché una squadra deve avere almeno tre persone per mettere in atto i metodi convenzionali e due per mettere in atto i metodi non convenzionali. In una fila di dieci uomini, sette devono occuparsi del convenzionale e tre del non convenzionale; all’interno di otto brigate, quattro devono essere convenzionali e quattro non convenzionali, da un uomo a diecimila, il metodo è lo stesso.

人之善鬥者,一身四肢屈伸變化,有無窮盡之形,故前正而後奇,忽焉正後而奇前,正聚而奇散;忽焉正散而奇聚,車正而騎奇;忽焉騎正而車奇;自一人以至百千萬人,同一法也。 Una persona che combatte con virtù, nel suo corpo, i quattro arti si estendono e si contraggono, cambiano e si adattano, non sembrano delle parti periferiche. Siccome il convenzionale davanti e il non convenzionale dietro, possono improvvisamente diventare convenzionale nelle retrovie e non convenzionale davanti, il normale raccogliersi e lo strano disperdersi, ma può bruscamente divenire che il normale si disperda e lo strano si riunisca. I carri usano l’ortodosso e la cavalleria usa l’eterodosso, ma può rapidamente diventare che la cavalleria usi l’ortodosso ed i carri usino l’eterodosso; da un uomo a diecimila uomini, il metodo è lo stesso.

萬人之變化,猶一人之伸縮;萬人之從令,猶五體之從心,無不勝也。然則捨一人之身,以求行陣之法者,遠矣。上古聖人觀之於天,察之於數,驗之於易,推之於度,取之於身,證之於物,曲盡其理,而立為伍,法以教人,可謂明且盡矣。 Le manovre di diecimila uomini sono come l’estensione e la contrattazione di un uomo; se comandare diecimila uomini è come la mente che comanda le cinque parti del corpo, la vittoria è assicurata. Ma il corpo di un uomo, dalle ricerche dei maestri del metodo di guerra, è profondo. Il Saggio guarda in basso dal Cielo, esamina i numeri, testa la prontezza, spinge la situazione, ottiene il corpo, vede la sostanza delle prove, l’idea sbagliata esaurirà la suo logica e userà il metodo del drappello per insegnare in modo chiaro.

忠臣義士,志可以矢,效公忠而學,必求乎實用。氣可以運,量宇宙而謀,又貴於有成,彼覽影偶質,豈能改?獨指跡慕遠,何救於遲也耶?猷謹將所得要法,著為《劍經》,以告後人,世有真丈夫,當亮予志。 Un ufficiale leale, uno studioso retto, giurerà con determinazione la sua fedeltà e quindi sarà devoto nel cercare l’applicazione vera. Il Qi può essere usato, nel tentativo di quantificare il tempo infinito che tratteggia i progetti, guardare queste ombre e meditare; come può essere cambiato ciò? Cercando e desiderando la solitudine distante, come posso essere salvato prima che sia troppo tardi? Io raccoglierò i metodi pratici, nel Classico della Spada, per documentare per le future generazioni che persone reali hanno illuminato questi metodi a loro beneficio.

用棍如讀《四書》,鉤、刀、槍、鈀,如各習一經。 《四書》既明,六經之理亦明矣。若能棍,則各利器之法,從此得矣。 L’utilizzo del Bastone è la stessa cosa di studiare i Quattro Libri. L’uncino, la sciabola, la lancia e il tridente sono come studiare un singolo libro. Quando i Quattro Libri sono stati compresi, la logica dei Sei Classici diventa chiara nel miglior modo possibile. Se uno è abile con il bastone, il metodo di ogni altra arma può derivare da esso.

Commentario

JingChu Changjian 荊楚長劍

Nell’introduzione, il Generale Yu afferma che questo stile è la spada lunga Jingchu come appresa da Xu Zhouzhao. La parola Jian o Spada è arrivata a diventare un argomento critico. Questo stile è appare uno stile di spada a due mani. Però, tutte le tecniche che sono mostrate sono per il bastone. Lo stile dovrebbe essere compreso come uno stile di bastone che può essere usato per allenare le basi delle armi da gestire e utilizzare nel combattimento. Il bastone era l’arma con cui il generale Yu ha guadagnato la sua fama. L’introduzione contiene alcune raccomandazioni chiave a proposito dell’addestramento e dell’utilizzo dei singoli soldati e del gruppo nel suo insieme.

Osservazioni tecniche

Illustrazione di una tecnica descritta nel Jianjing

Le lezioni per il lettore sono semplici ma centrali per la pratica di ogni abilità. Primo, il complesso deve provenire dal semplice e non il contrario. All’inizio sembra scontato. Ma, durante la pratica delle arti marziali, bisogna padroneggiare le semplici basi prima di divenire abili di tentare il più alto livello di abilità. C’è anche la possibilità che qualcuno sia stato in grado con successo di impiegare questi alti livelli di abilità, ma se non ha una cornice di lavoro sui fondamentali non potrà favorirne la rifinitura o anche mantenerli. L’abilità dipenderà dalla propria abilità fisica nel mettere in pratica le abilità di cui parliamo. Nell’arena di combattimento, quasi qualsiasi cosa può disgregare le tue abilità fisiche. Se tu non hai la possibilità di cadere indietro, tu semplicemente cadrai. Nel proseguire la sua introduzione, Yu disegna comparazioni tra cose In quello che è uno dei primi esempi espliciti che io ho incontrato dei principi Yin yang al combattimento, all’addestramento e alla pratica individuale. Ciò è comune oggi, ma più fortemente associato con il Taijiquan e con le altre arti interne. Egli fa ciò attraverso una serie ripetuta di esempi dei principi. La dicotomia naturale che è rappresentata dalla teoria Yin Yang è esplorata in svariati modi. Mostrando che la differenza può essere una questione di dimensione o estensione, che le prime osservazioni delle cose possono essere l’opposto delle proprie aspettative (l’ironia di un becco d’anatra che nonostante sia grande non può essere usato per beccare) e un analisi dei costi e dei benefici oppure l’idea che un vantaggio in un area può produrre una debolezza in un altra. Queste sono lezioni chiave per la pratica marziale. Ma Yu le usa per favorire osservazioni. Se uno è sovrappeso, esso sarà facilmente stanco, se egli ha un accrescimento ponderale o un infortunio, egli si muoverà diversamente perché di ciò e se uno è malato nella spina dorsale e nella vita, che oggi chiamiamo “core”, egli sarà come paralizzato. Queste ultime osservazioni non solo sono vere per lui attraverso l’esperienza, esse sono conformi alla interpretazione scientifica del movimento umano e della preparazione fisica. Tutto sommato, una line di pensiero abbastanza avanzata per il 1500. Tutto ciò è al servizio dell’argomentazione del Generale Yu per cui l’addestramento individuale di un combattente e le azioni di una singola persona in combattimento, è completamente analogo al movimento delle truppe e al comando non importa quale sia la dimensione del gruppo. Questo mette in evidenza l’adagio “come sopra, così sotto”. L’essere umano ha un proprio corpo che consiste di parti componenti quali arti e articolazioni. Allo stesso modo, Yu mostra come i Gruppi e le formazioni sono costituite da parti. Egli sottolinea che le armate sono costituite da singole individualità e come ogni gruppo deve cooperare nello stesso modo come fanno arti in un corpo. Ogni parte ha i propri attributi e questi attributi dovrebbero essere compresi completamente e come essi funzionano nel loro insieme. In termini moderni, questa idea è molto vicina alla filosofia del Tongbei Wuyi di Ma ed al Jeet Kun Do di Bruce Lee. Il Tongbei sostiene la comprensione di un sistema completo di arte marziale e tecnica per creare un regime di allenamento completo e Lee era famoso per aver sposato l’idea che le nostre arti sono diverse ma si basano sulla stessa cosa, vale a dire l’anatomia umana.

Jianjing? Come mai non Gunjing?

Illustrazione di una tecnica del Jianjing presa dal Jixiao Xinshu di Qi Jiguang

Ciò che è interessante in questa introduzione e che spiega lo stile e la mentalità dell’autore, è l’affidarsi all’analogia al servizio della comprensione. Questa è la premessa che è il cuore dell’insegnamento del Generale Yu e il contenuto del Jianjing. Anche se questo è un luogo comune e una caratteristica culturale, essa diventa importante per comprendere l’intento del testo. Ciò è esposto nell’ultima sezione dell’introduzione. Si dice che il Jian Jing provenga da uno stile di spada, ma l’intero libro è composto di tecniche eseguite con il bastone (e alcune menzioni del Tridente). Ciò causa un po’ di confusione, ma Yu affronta direttamente la questione:

若能棍,則各利器之法,從此得矣 Se uno è abile con il bastone, i metodi di ogni altra arma possono essere desunti da esso. 

Ciò sembra indicare che il bastone è visto come un buon strumento per allenare tutte le armi. Infatti, se si prendono in considerazione tutte le varie lunghezze di bastone che possono essere create, un bastone può essere un analogo per quasi tutte le armi. [Però mi sembra (traduttore italiano) che Yu Dayou utilizzi solo una dimensione standard, penso quindi che questo ragionamento sia un po’ tirato] Inoltre, in maggior misura è probabile che lo sparring e pratiche simili siano stati fatti usando bastoni invece di lame. Questo ovviamente aggiunge un livello di sicurezza che è fondamentale per l’addestramento pur essendo in grado di simulare, avvicinandovisi in maniera approssimativa, la gestione dell’arma. Ma un altro fattore del perché il bastone sia chiamato spada da Yu è di natura linguistica. Il termine Jian potrebbe provenire da un dialetto regionale e dell’epoca che significa bastone o arma. Yu spesso, in altre parti dei suoi scritti, si riferisce ai bastoni come “Jian” o spade. Inoltre, i ricercatori Li Lianggen 李良根 e , Li Lin 李琳 segnalano in Jian jing zhu jie 劍經著街 che è noto che nel 16 ° secolo a Quanzhou, il bastone era chiamato lunga spada o Chang Jian . Il termine gun 棍 per il bastone è più comune. Yu era di quella zona, quindi la possibile spiegazione sta in questa particolarità linguistica. Tenendo conto di queste cose, è chiaro che si tratta di un manuale di bastone, poiché le tecniche sono esplicitamente per il bastone. L’uso della parola Jian è un uso idiomatico e non dovrebbe essere inteso come una vera e propria spada. Piuttosto, pensarlo genericamente come un’arma è probabilmente più utile e vicino all’intento originale. Le tecniche e le strategie sono tutte molto preziose in senso generale di combattimento. Da mano nuda a  armi ad asta lunga, l’intenzione di Yu sembra essere quella di usare il bastone come base per fornire i principi di combattimento.

Conclusioni

Metodo di manovra di un carro da guerra ad una ruota 独轮战车操作方法

Il Jian Jing stabilisce molti precedenti per i futuri manuali di arti marziali cinesi. Il suo impatto sui suoi contemporanei è evidente. Esso fu ristampato sia da Qi Jiguang e Mai Yuanyi. Gran parte del linguaggio usato è riecheggiato dai suoi contemporanei ed immediati successori. Come vedremo nei capitoli successivi, nel testo si stabiliscono molti nomi di mosse che a loro volta trovati in altri testi del periodo. Questo non solo ci mostra l’influenza di Yu sulla letteratura del tempo, ma ci dà anche qualcosa per fare riferimento incrociato a molte delle indicazioni sottili e spesso confuse descritte nei manuali della dinastia Ming. Stabilisce la convenzione per le cose a venire. Anche in questa prefazione, Yu parla di idee molto familiari agli studenti di Taiji o Bagua. Yin e yang, alto e basso, e distinguere le cose in base alle loro qualità. Queste sono filosofie  che continuano fino ad oggi nelle arti marziali. Ma dobbiamo sempre stare attenti quando interpretiamo tali testi. Il Jian Jing è stato scritto molto tempo fa e in un mondo completamente diverso da quello che conosciamo. Era destinato a un pubblico specifico e fa ipotesi su ciò che riteneva comunemente conosciuto del lettore. Le sfide linguistiche sono una cosa, ma non toccano anche le convenzioni culturali, sociali e altri fattori che rendono la lettura e la comprensione un compito difficile. Non saremo mai in grado di chiedere all’autore cosa intendesse, quale fosse il suo intento originale, o sapere cosa stava pensando quando ha deciso di comunicare ciò che ha fatto. Ora siamo parte di questa storia. Dobbiamo entrare e aggiungere le nostre esperienze e la nostra base di conoscenze al materiale che stiamo studiando. E poi aggiungere detto materiale alla nostra base di conoscenza. Questo richiede capacità di congetturare (fare ipotesi), immaginazione e sperimentazione. Non è tanto uno sforzo per ricreare esattamente come erano le cose allora, quanto uno sforzo per scoprire come hanno fatto certe cose e trarne ispirazione e comprensione. Staremo sempre andando da qualche parte attraverso le nostre interpretazioni ed è per questo che incoraggio più traduzioni e discussioni su questi argomenti. Il vero valore di questi testi, in particolare del Jian Jing, è molto simile a quello originale. È un aiuto ad un combattente per migliorare. Mentre i contesti possono cambiare, le lezioni sono spesso le stesse. Il generale Yu ha reso un servizio significativo alle arti marziali cinesi stabilendo questi pensieri per le generazioni successive. Ulteriori traduzioni del Jian Jing stanno arrivando! Questo è un testo che può essere riscoperto sempre. Spero di poter aiutare altre persone a trovarci il valore che ci ho trovato io.

Ulteriori letture suggerite e bibliografia

The Book Club: The Shaolin Monastery by Meir Shahar, Chapters 3-4: Monastic Violence in the Ming Dynasty.

Shahar, Meir. The Shaolin Monastery: History, Religion, and the Chinese Martial Arts. Honolulu: University of Hawai, ©2008.

-“Ming-Period Evidence of Shaolin Martial Practice.” Harvard Journal of Asiatic Studies 61, no. 2 (2001): 359. doi:10.2307/3558572.

Shapinsky, Peter D. Michigan Monograph Series in Japanese Studies. Vol. 76, Lords of the Sea: Pirates, Violence, and Commerce in Late Medieval Japan. Ann Arbor: Center for Japanese Studies, The University of Michigan, 2014.

Tong, James. Disorder under Heaven: Collective Violence in the Ming Dynasty. Stanford University Press, 1991.

Yu, Dayou俞大猷., Liang Gen. Li, and Lin Li. Jian jing zhu jie.劍經著街 Nan chang: Jiang xi ke xue ji shu chu ban she, 2002.

Sword Treatise =: Jian Jing. Translated by Jack Chen. Singapore: Historical Combat Association, ©2011.

I moderni personaggi chiave della contrapposizione Shaolin Wudang

Shaolin e Wudang, il film è stato distribuito con il titolo “The Two Champions of Shaolin”

Al di là della veridicità delle storie di fondazione sia di Shaolinquan che di Wudangquan, resta indiscutibile che in epoca moderna si è creata una contrapposizione tra questi due “nomi” e tra i cosiddetti “Waijia” e “Neijia” ad essi correlati. Quali sono quindi la storia e le motivazioni che sottostanno a tale contrapposizione? Sul finire del xxviii secolo si creò una fratellanza tra Taijiquan, Xingyiquan e Baguazhang che si arrogò il nome di Neijiaquan. La fratellanza fu il frutto di rapporti di amicizia tra alcuni importanti maestri dei vari stili, in particolare il fondatore del Baguazhang Dong Haichuan, Guo Yunshen e Yang Luchan.

Celebre foto, Guo Yunshen è seduto al centro a destra e Che Yizhai 车毅斋 a sinistra

Zhao Daoxin (1980) esprime un giudizio tagliente su questa distinzione:

Le classificazioni di Shaolin 少林, Wudang 武当, Emei 峨媚 fino a quella del Sud illustrano solo le barriere di comunicazione causate dall’inconveniente dei trasporti nei tempi antichi, che oggi dovrebbero appartenere al passato. Per quanto riguarda la famiglia interna 内家 e la famiglia esterna 外家 proviene da scritti degli studiosi delle stimate qualità marziali 尚武 che hanno fatto sforzi brillanti per aumentare la stima nei loro confronti, anche se riluttanti ad ammettere che loro stessi erano della “famiglia esterna”. Infatti, quando sono in gioco la vita e la morte, l’onore ed il disonore, i pugni e i piedi di tutti sono “senza un tetto famigliare” 无家可归.

Wang Zhengnan

Come si arrivò invece ad utilizzare il nome Neijia? Fu deciso da questi maestri, o fu un operazione postuma?

Se è noto che tale terminologia era già presente nell’epitaffio tombale di Wang Zhengnan, non ho trovato documenti che parlino dell’utilizzo del termine Neijia da parte di Dong Haichuan, Guo Yunshen e Yang Luchan.

Sun Lutang

Di sicuro il nome fu usato estesamente da Sun Lutang che contribuì anche moltissimo alla sua teorizzazione. Dal punto di vista storico ho potuto notare che questa contrapposizione ha coinvolto alcuni importanti personaggi, piuttosto che altri, mi riferisco al già citato Sun Lutang e a Li Jinglin da un lato, e a Zhang Zhijiang, Ma Liang, Feng Yuxiang e Wang Ziping dall’altro. Tra l’altro la mia osservazione si basa su episodi dai contorni non così chiari e che non sono sempre riconducibili alla sola querelle Neijia e Waijia, ma piuttosto a rivalità personali e forse di fazioni militari. Si intrecciano indissolubilmente antipatie ad eventi storici? Quali sono questi episodi? Partiamo da Sun Lutang e Ma Liang, la cui storia si incrocia impercettibilmente. Infatti entrambi erano originari della zona di Baoding e Sun Lutang si confronto’ in combattimento con Ping Jingyi che da molti è indicato come l’insegnante di Ma Liang. Questo è il resoconto fortemente agiografico di questo combattimento, sicuramente scritto da qualcuno della fazione di Sun Lutang:

Nel 1988, dopo un viaggio attraverso la grande madrepatria, Sun Lutang ritornò a Baoding. Dopo pochi giorni dal suo ritorno, l’ingresso dell’abitazione di famiglia di Sun Lutang era affollato da persone che fondamentalmente erano ammirati dai conseguimenti nello studio marziale di Sun Lutang e desideravano diventare suoi discepoli per studiare la sua arte. Alcune persone erano naturalmente compiaciute mentre altre erano scontente, riguardo alla folla oceanica di fronte a casa di Sun Lutang in quel momento, le altre palestre marziali di Baoding non erano tranquille. Tra di esse c’era il famoso maestro di Shuijiao Ping Jingyi. Ping Jingyi era il maggiore insegnante di Shuaijiao di Baoding alla fine dell’epoca Qing, oltre ad essere abile nella “lotta veloce”, ha anche rivevuto la vera trasmissione di Shaolin, potendo praticare l’abilità ortodossa dello Shaolin Luohanquan. Ping jingyi venne a sapere che Sun Lutang non aveva subito mai una sconfitta dopo il suo viaggio nelle undici province, non era molto convinto da Sun Lutang. Infatti Ping in precedenza aveva sconfitto il maestro Yutong del Taishan che sosteneva di aver viaggiato imbattuto nelle tredici province ed i due dallo scambio di colpi erano diventati amici. La maggioranza delle persone che praticano arti marziali hanno un temperamento schietto, Ping Jingyi immediatamente trovò Sun Lutang, invitandolo a iniziare uno scambio reciproco. La “lotta veloce” di Ping Jingyi prestava attenzione ad avere il flessibile dentro l’inflessibile, contenere intelligenza dentro la ferocia, prominente nel prendere di sorpresa e praticare veloce colpire veloce. In un lampo di una scintilla la stanza dipese da un un piccolo evento inaspettato portando sulle spalle Sun Lutang, preparandosi ad usare la forza per gettarlo sul terreno in una rapida vittoria. Ma egli immediatamente scoprì, per quanto provasse ad usare la propria forza fisica, che Sun Lutang sulla sua schiena era immobile come una montagna. Dopo molti stalli, Ping Jingyi era così stanco da rimanere senza fiato e la sua forza fisica era sopraffatta senza problemi. Dopo molti stalli, Ping Jingyi era così stanco da rimanere senza fiato e la sua forza fisica era sopraffatta senza problemi. Con sua disperazione, Sun Lutang era sdraiato sulla schiena come se niente fosse. Con sua disperazione, Sun Lutang era sdraiato sulla schiena come se niente fosse. Ping Jingyi nel suo cuore sapeva chiaramente che, sebbene in questa arena da combattimento Sun Lutang non avesse preso l’iniziativa di attaccare, però si era messo in una posizione inattaccabile, dimostrando che la sua forza era pressochè superiore. Proprio quando Ping Jingyi era pronto ad ammettere la sconfitta, Sun Lutang però come se avesse letto il suo pensiero, offrì il pareggio tra loro due. Ping Jingyi contemporaneamente si vergognò, rispettando anche molto più Sun Lutang. (孙禄堂70岁大败日本五大高手,3年后预感大限将至,提前让人烧纸, in https://www.sohu.com/a/537122884_121145344)

Feng Yuxiang

Andando a leggersi la biografia di Sun Lutang nell’enciclopedia di Baidu si legge che Ma Liang invitò Sun Lutang a partecipare alla Grande Riunione Sportiva di Arti Marziali di tutta la Nazione Cinese 中华全国武术运动大会 del 1923 a Shanghai ma che Sun rifiutò l’invito perché disprezzava Ma Liang. Nel 1928, durante il Guokao di Nanchino ci fu un acceso scambio di invettive tra i due, a seguito di decisioni arbitrali non condivise da Sun:

Sūn Lùtáng era tra gli invitati alla conferenza e Mǎ Liáng 马良 che era tra gli arbitri gli chiese di sostenere l’esame. Sūn Lùtáng venne nell’arena e chiese ad alta voce: “Oggi l’esame è la grande cerimonia della nazione, come mai non risplendono le regole dell’esame? Io non sono venuto per essere esaminato, perché trasmettere questa assurdità? Se le basi dell’esame sono cambiate in un combattimento sul ring, io entro nell’arena per competere”. In questo momento i membri del Comitato Governativo e il Capo degli Arbitri Lǐ Lièjūn 李烈钧 assieme al personale presente nell’arena, cercarono di mitigare l’atmosfera, chiedendo a Sūn Lùtáng di tornare a sedersi sulle gradinate. In questo momento gli spettatori gridarono “il Giudice Mǎ Liáng è ingiusto, lasci la conferenza!”. Mǎ Liáng non ebbe alternativa se non lasciare l’arena ed andarsene. (孙禄堂因何辞去国术研究馆任职, in https://zhuanlan.zhihu.com/p/358202583 )

1929, altra celebre immagine in cui compaiono ad esempio seduti da sinistra Yang Chengfu, Sun Lutang, Liu Baichuan e Li Jinglin. In piedi dietro, tra Liu Baichuan e Sun Lutang, Gao Zhendong.

Non dimentichiamo che prima di questa competizione, nel giugno dello stesso anno, Sun Lutang fu protagonista di uno scontro che vide confrontarsi ferocemente i due rami di insegnamento dell’Istituto Centrale di Guoshu. In questa occasione Sun Lutang evitò di affrontare Wang Ziping, chiedendo a Gao Zhendong di sostituirlo:

Un giorno del giugno del 19281, Sun Cunzhou 孙存周, il figlio del Maestro-Zio2 Sun Lutang, e il suo discepolo Li Yulin 李玉林 vennero improvvisamente a Shanghai da Nanchino per vedermi, tenendo tra le mani una lettera del Signor Sun. Mi chiedeva di andare a Nanchino a parlare per valutare i problemi che stavano sorgendo, … il giorno dopo i due fratelli (marziali) frettolosamente ritornarono ancora, aspettandomi a casa mia, ed io chiesi ai miei fratelli più giovani3 come mai questa urgenza? I fratelli minori tirarono fuori una lettera e un biglietto da visita del supervisore (Li Jinglin), oltre al biglietto da visita del Signor Sun, siccome non sapevo leggere, chiesi semplicemente a loro di leggermela, l’idea generale del contenuto della lettera era: ‘Wang Ziping vuole confrontarsi in combattimento con il Sig. Sun, per favore vieni velocemente a Nanchino a parlare di questa cosa ’; i fratelli più giovani dissero:‘il Maestro ed il supervisore (Li Jinglin) vogliono che tu immediatamente parti e assieme a noi torni a Nanchino’. “Dopo essere arrivato nella capitale… il supervisore Li disse semplicemente:‘arriviamo al punto, Zhendong,… qualche giorno fa il Sig. Sun ha pubblicato un manuale di pugilato 拳谱, Ziping vedendolo disse: quello che hai detto sul Neijiaquan 内家拳 è pericoloso, mettiamoci alla prova confrontandoci, altrimenti io ed il Sig. Sun gareggeremo per provare la nostra abilità; inoltre alcune persone all’interno dell’ Istituto hanno colto l’occasione per incitarli ad iniziare. Se chiedessi al tuo Maestro-Zio di confrontarsi con lui, io ho considerato che il tuo Maestro-Zio è vicino ai settanta anni4, mentre Ziping ha quaranta anni ed è nel fiore degli anni, perciò ti invito a prendere il posto del tuo Maestro-Zio e confrontarti con lui marzialmente’. Ascoltandolo ho pensato (ponderato), che sebbene ero già passato da confronti in combattimento con membri delle forze armate ed esperti, queste erano occasioni di confronto poco importanti, io avevo sentito parlare a lungo della grande fama di Ziping e questa cosa non era affatto ordinaria. Il Sig. Sun vedendomi pensieroso disse:‘Zhendong, usando la tua abilità5 certamente lo sconfiggerai’. Dopo ciò il Maestro-Zio è tornato a Shanghai”.(Aneddoti Impolverati di Ottanta Anni dei Circoli Marziali: Memorie di Gao Zhendong, il Direttore della Scuola Wudang 尘封了八十年之久的武林逸事:记武当门长高振东)

Wang Ziping

Anche in questo caso, lo scontro avviene tra Sun Lutang ed un appartenente all’entourage di Ma Liang, cioè Wang Ziping.

Dal punto di vista delle idee sull’insegnamento del Wushu, Ma Liang creò un sistema innovativo, basato su esperienze tedesche e giapponesi, di stampo militaresco, per l’educazione fisica che si progettava potesse essere usato in tutte le istituzioni educative, d’altro canto Sun Lutang portò avanti la sua idea di Neijia. Da una parte Ma Liang appoggiò delle associazioni di Shanghai e dello Shandong, dall’altra Sun Lutang ebbe un ruolo attivo nella creazione e nell’evoluzione dell’associazione dei guerrieri cinesi di Tianjin. Dal punto di vista politico invece penso entrino in gioco Li Jinglin e Feng Yuxiang, perché sullo sfondo di questa storia, ci furono le lotte di potere tra le cricche di signori della guerra ed i rispettivi tradimenti e affronti. Lin Jinglin, nel 1903 frequentava la Scuola Accelerata Militare di Baoding. Avrà dovuto studiare il programma Nuovo Wushu di Ma Liang?

Immagine del 1929 ad Hangzhou che ritrae i principali esponenti della fazione Wudang dell’epoca

Li Jinglin “Nel luglio 1920, partecipa al conflitto Zhili-Anhui. In questo frangente entrò in disaccordo con un esponente importante della fazione dell’Anhui, Xu Shuzheng, perciò passò dalla parte della fazione dello Zhili e sconfisse Xu Shuzheng.”

mappa delle operazioni militari del luglio 1920

Però nel 1921 fu nominato da Zhang Zuolin “Comandante della settima brigata mista dell’esercito Fengtian.” Quindi entrò a fare parte della “cricca” Fengtian che si scontrò nell’aprile 1922 con la cricca dello Zhili. Dopo un altra guerra tra le due cricche, “nel novembre1925,…Li Jinglin, Guo Songling e Feng Yuxiang strinsero un patto contro Zhang Zuolin, dichiarandosi fuoriusciti dalla cricca Fengtian” appoggiando Duan Qirui. In dicembre (dello stesso anno) Li Jinglin pensò che una manovra di Feng Yuxiang fosse contro di lui, perciò “assieme a Zhang Zhongchang creò l’esercito alleato di Zhili e Shandong.” Dopo una serie di sconfitte subite da parte dell’esercito Nazional Popolare di Feng Yuxiang chiese aiuto a Zhang Zuolin ed ai suoi alleati giapponesi. Non passa molto che “li Jinglin, contatta Sun Chuanfang, Feng Yuxiang e Jin Yun’e per complottare contro Zhang Zuolin”.

Li Jinglin

Non si può certo vedere un attitudine alla coerenza nelle sue scelte militari e politiche, inoltre mi chiedo quale tipo di relazione potesse avere con lui Feng Yuxiang dopo tutti questi voltafaccia.

Li Jinglin ebbe un ruolo importantissimo di sostenitore, di ideologo, di finanziatore ed ispiratore della Zhonghua Wushi Hui.

Ebbe anche idee nazionalistiche di ispirazione per il movimento Guoshu e per esempio lanciò lo slogan n “trasformiamo tutta la nazione con le arti marziali” (全民国术化), con l’idea che “a un corpo forte corrisponde una nazione forte e a semi forti una gente forte”.

Wu Zhiquan racconta che “nella seconda metà del 1927 l’assistente direttore di Jiang Jieshi (Chiang Kaishek), Shào Lìzǐ, invita Lǐ Jǐnglín a fondare la Palestra Centrale di Arte Nazionale (中央国术馆) e a dirigerla. Lǐ Jǐnglín però rifiuta l’invito di Chiang Kaishek, raccomandando al suo posto Zhāng Zhījiāng 张之江 come direttore. Il 24 marzo 1928 fu fondata la Palestra Centrale di Arte Nazionale di Nanchino con direttore Zhāng Zhījiāng. Lǐ Jǐnglín assunse l’incarico di membro del comitato per gli affari militari del Governo Nazionalista.”

Ben Judkins (2017) scrive che nel 1928 Zhang Zhijiang invitò Li a unirsi al Consiglio militare del KMT.6 Un anno prima Zhang (Zhijiang), Li (Jinglin) e Zhang Shusheng avevano iniziato a pianificare la creazione di una nuova associazione di arti marziali. Lo sforzo sarebbe stato di portata nazionale (simile all’ormai defunto movimento Jingwu), la nuova organizzazione sarebbe stata sostenuta dal KMT (Guomingdang) e avrebbe avuto un sapore spiccatamente statalista, piuttosto che semplicemente nazionalista. Come il suo predecessore civile, cercò di riformare e rafforzare le arti marziali tradizionali (eliminando qualsiasi segno di segretezza o superstizione feudale) come prerequisito per rafforzare il corpo politico cinese nella loro ricerca dell’unificazione nazionale e della fine delle minacce imperiali. Nel marzo del 1928 il governo controllato dal KMT approvò il decreto n. 174 che creava la “Istituto di Ricerca di Guoshu”. Zhang Zhijiang fu nominato direttore della nuova ambiziosa organizzazione e Li fu nominato vicedirettore.7

La ricostruzione di Judkins sembrerebbe proporre una successione degli eventi differenti, comunque la sostanza non cambia. Zhang Zhijiang e Li Jinglin prima della fondazione dell’Istituto Centrale di Guoshu di Nanchino erano in ottimi rapporti tanto da scambiarsi favori e cortesie e da collaborare.

Judkins aggiunge una propria considerazione personale, ipotizzando che l’artefice della divisione tra Shaolin e Wudang fosse stato proprio Li Jinglin:

mi sono sempre chiesto se la divisione del programma Guoshu iniziale in sezioni “Wudang” e “Shaolin” (piuttosto che uno schema che avrebbe avuto più senso amministrativo) riflettesse il pesante proselitismo di Li sul concetto di Wudang durante questo periodo. Mentre Wudang è menzionato in alcuni testi letterari della tarda epoca Ming e Qing, Li sembra essere stato più o meno responsabile della sua improvvisa esplosione nell’era moderna.8

Tale considerazione sembrerebbe piuttosto plausibile, anche considerati i fatti che seguirono alla fondazione dell’Istituto. Sappiamo infatti che nel 1928 all’interno dell’istituto Centrale di Guoshu i rapporti tra Zhang Zhijiang e Li Jinglin erano tesi. Che siano state proprio le avvisaglie del fallimento della divisione tra Shaolin e Wudang nell’istituto a creare questa tensione?

Un cavaliere errante (Xiake) della fine dell’epoca Qing

Nell’articolo “1928 -La Feroce Competizione tra Shaolin e Wudang” si cita un trafiletto di Ma Mingda che mi lascia un po perplesso:

Feng Yuxiang 冯玉祥 un tempo scherniva così Zhang Zhijiang:”Hai invitato tutti ‘grandi cavalieri’大侠 di ogni scuola sotto il Cielo, è vero o no che vuoi incaricarti di essere il direttore generale della Scuola? Io vedo che il tuo Guoshu Guan vorrebbe diventare un istituto di cantastorie”.

Mi verrebbe da dire che questa frase possa collocarsi proprio nel momento di fondazione dell’Istituto e che in seguito Zhang Zhijiang abbia preso una direzione completamente diversa. Anche perché nello stesso articolo si racconta che Zhang Zhijiang era su posizioni molto pratiche:

Il direttore della Scuola Wudang, Sun Lutang “pensava che la funzione principale dell’Arte Nazionale fosse di incarnare la coltivazione del proprio carattere morale e che la messa in gioco dell’efficacia dell’abilità tecnica nel colpire non fosse separabile da Principi Chiari 明理, Coltivazione Personale 修身, cioè pensava che fossero fondamentali i principi chiari e la coltivazione personale, mentre l’abilità tecnica 技术 dovesse venire dopo”. Zhang Zhijiang, direttore dell’Istituto di Guoshu, Ma Liang 马良, direttore del Dipartimento Accademico ed altri “erano desiderosi di proporre il Guoshu sui moderni campi di battaglia militari mettendolo in gioco per un utilizzo immediato, credendo che le mosse tecniche pratiche fossero il punto focale dell’insegnamento, la coltivazione personale ne sarebbe stata l’estensione ulteriore”. Sun Lutang sosteneva che l’insegnamento ponesse particolare enfasi su “regole fondamentali e principi scientifici” 基本规矩及其学理, per sviluppare l’”essere provvisti di vigore interno dell’intelligenza”具有灵性的内劲; Zhang Zhijiang ed altri sostenevano che l’insegnamento desse importanza al “Trasmettere abilità uniche e ben sperimentate” 传授绝招绝技, sviluppando prima un “perfetta forza fisica” 绝对力量

Zhang Zhijiang

Nel 1930, Zhang Zhijiang scrive una prefazione al libro “Ricerche su Shaolin e Wudang” in cui si esprime per una “scientificità” del Guoshu e contro la suddivisione in Shaolin e Wudang. Questa la traduzione di Tommaso Gianni (2009):

A Wudang e Shaolin si sono formati due gruppi religiosi diversi e due grandi scuole di arti marziali; questi due gruppi erano già ampiamente conosciuti dalla gente in Cina. Da essi emersero anche diverse leggende che hanno dell’assurdo ed hanno dato luogo a dei dibattiti che non hanno molto senso. …Questa confusione e’ uno dei motivo per cui il guoshu国术 sta’ affrontando un periodo di declino. Tutte quelle anomalie storiche sono state perpetuate fino alla rivoluzione da alcune persone di cultura che cercavano di costituire una teoria del guoshu. Di recente, invece,la storia e l’ evoluzione del guoshu sono state riviste ed analizzate adottando delle tecniche scientifiche. … Adesso invece c’è la possibilità di costruire una teoria della nostra arte nazionale così potremo vederci più chiaramente’ Di conseguenza da ora in poi tutti gli studiosi della nostra arte potranno chiarire quanto avvenuto nelle varie tradizioni marziali e capire che in realtà queste hanno un unica origine. In questo modo potranno smetterla con quegli inutili dibattiti che hanno impoverito lo spirito della nostra gente.

1915, monaco Daoista sul Wudangshan

E questo è ciò che scrive nel 1929 Sun Lutang in un saggio breve dal titolo Teoria sulla Distinzione dell’Arte di Pugilato in Famiglia Interna e Famiglia Esterna 论拳术内家外家之别:

Coloro che oggi parlano di arti marziali le dividono sempre in interne ed esterne. Alcuni dicono che gli stili Shaolin sono esterni e gli stili Wudang sono interni, o che gli stili taoisti sono interni e gli stili buddisti sono esterni. In realtà tutti questi giudizi sono superficiali. Quando gli stili sono classificati come Shaolin o Wudang, in realtà non viene fatta alcuna distinzione tra interno o esterno. Shaolin è un tempio. Wudang è una montagna. Quando le arti del pugilato prendono il nome da luoghi, non c’è alcuna indicatore se siano buone o cattive. Anche coloro che si dicono Shaolin ma non Wudang o viceversa hanno le loro ragioni.

Tornando al contesto storico Zhang Zhijiang era un fedelissimo di Feng Yuxiang e quindi sembrerebbe che gli scontri passati tra Feng e Li Jinglin abbiano poco influito sulle relazioni tra quest’ultimo e Zhang. Dopo questa disanima posso aggiungere che, al di là delle divergenze teoriche, i due soli personaggi di cui emerge una fortissima antipatia e rivalità sono Ma Liang e Sun Lutang.

Wu Zhiqing

Di scientificità ne parla già nel 1919-1920, Wu Zhiqing. Da ciò che ho letto sul periodo storico che seguì alla Rivolta dei Boxer, nel Wushu furono in molti a chiedere un atteggiamento scientifico nelle arti marziali. Anche Sun Lutang utilizza questo termine. È però difficile capire come esattamente intendessero questo termine e a cosa avrebbero voluto che fosse applicato. Sembrerebbe che anche i concetti di fisiologia umana non fossero gli stessi per tutti. Quindi ci si riferiva unicamente al movimento oppure anche ad altri aspetti?

Wu Zhiqing parla sia di fisiologia che di psicologia ed educazione. A che fazione apparteneva Wu Zhiqing?

Sun Lutang, nel suo scritto del 1929, fa molto riferimento alla respirazione.

Mentre Zhang Zhijiang e Feng Yuxiang hanno avuto un percorso “militare” abbastanza lineare, Ma Liang, come Li Jinglin ha una carriera un po’ ambigua. Ma faceva parte della cricca dell’Anhui di Xu Shuzheng, che come abbiamo visto fu la prima ad essere abbandonata da Lì Jinglin. Xu fu ucciso da Zhang Zhijiang, probabilmente per ordine di Feng Yuxiang. Questo avvenimento non sembra aver influito sui rapporti di Ma Liang con Feng Yuxiang e Zhang Zhijiang. Nemmeno l’incidente di Jinan del 1920 sembrerebbe aver creato frizioni con questi due personaggi.

Note

1Questa è la dicitura cinese riguardo a questa data: un giorno della sesta luna (o mese) del diciassettesimo anno della Repubblica 民国十七年六月的一天.

2Shibo 师伯, un termine utilizzato per indicare uno dei rapporti all’interno della propria famiglia di arti marziali, in questo caso specifico all’interno dello Xingyiquan.

3Shidi 师弟

4Quando Sun Lutang aveva 28 anni accettò la sfida di Ping Jingyi che ne aveva 58, sfida che terminò in pareggio, secondo un racconto agiografico favorevole a Sun Lutang.

5In questo caso è utilizzato Gongli 功力, una sorta di “forza muscolare efficace” o “capacità di utilizzo della forza muscolare”.

6In 1928 Zhang Zhijiang invited Li to join the KMT’s Military Council.

7A year earlier Zhang, Li and Zhang Shusheng had began to plan the creation of a new martial arts association. While the effort would be national in scope (similar to the now defunct Jingwu movement) the new organization would be backed by the KMT and carry a distinctly statist, rather than a simply nationalist, flavor. Like its civilian predecessor it would seek to reform and strengthen the traditional martial arts (stripping out any sign of secrecy or feudal superstition) as a precondition for strengthening the Chinese body politic in their quest for national unification and an end to imperial threats. In March of 1928 the KMT controlled government passed Decree #174 creating the “Guoshu Research Academy.” Zhang Zhijiang was named the director of the ambitious new organization, and Li was named deputy director.

8I have always wondered whether the division of the initial Guoshu program into “Wudang” and “Shaolin” sections (rather than a scheme that would have made more administrative sense) reflected Li’s heavy proselytizing of the Wudang concept during this period. While Wudang is mentioned in some late Ming and Qing era literary texts, Li seems to have more or less been responsible for its sudden explosion in the modern era.

Bibliografia

Judkins Ben, General Li Jinglin, the “Sword Saint” of Wudang, June 9, 2017 https://chinesemartialstudies.com/2017/06/09/lives-of-chinese-martial-artists-20-general-li-jinglin-the-sword-saint-of-wudang/

Sun Lutang, Teoria sulla Distinzione dell’Arte di Pugilato in Famiglia Interna e Famiglia Esterna 论拳术内家外家之别, in ESSAYS BY SUN LUTANG, Paul Brennan, May, 2015

Tommaso E. Gianni, La prefazione di Zhang Zhijiang 张之江 al libro di Tang Hao, Maggio 2009

Zhao Daoxin 赵道新 e Huang Jishou 黄积涛, Dialogo sui due massimi sistemi di Wushu 关于两大武术体系的对话

Connections and Particularities of Yihequan, Liguajiao, Hongquan and Meihuaquan

By Storti Enrico , original text in Italian 23/04/10 (translation 2022)

This is an image of the Unborn Old Mother
无生老母
, a deity that appears as a common trait of the heterodox sects of the Qing era. It is also mentioned in the Baojuan (Precious Scrolls) of the Meihuaquan.

Introduction

A technique of Dahongquan in Fengxian

This work of mine aims to bring back into the field the historical notions already widely documented and subjected to critical analysis especially by Chinese and American scholars. In Italian I found, at the height of these, only the Thesis of Dr. Smolari Fabio, but surely there will be other writings not to my knowledge. My work is much more modest and wants to be an incentive to others, more titled than me, to deepen, but above all to spread knowledge to all. In particular, I wanted to systematize the historical accounts of the links between Yihequan, Liguajiao, Hongquan and Meihuaquan that sometimes seem more than a simple case, but leaving the possibility open to the contradictory. In doing this I start from my belonging to the Meihuaquan School and from the research carried out on the spot on this style. The Meihuaquan is presented with remarkable variants both technical and cultural, indicating the influence of external experiences be they Doctrinal or Martial. It becomes therefore difficult to make a univocal speech and finally totally clarifying. In the same way the historical sources are unclear about the martial technique, so a comparison with the styles of Wushu is difficult, while the sources of the Boxing Schools are often self-referential. Of course, in the course of studying these issues for my part I have developed some beliefs, which may not even have a historical foundation, or rather are of a circumstantial nature. Far from proving it, reading the various historical texts I had the feeling that the the Meihuaquan is an emanation of Hongquan or vice versa, and that over the past three hundred years these two styles have strongly influenced each other. Liguajiao and Hongquan are probably related and Hongquan is the “military” branch of this sect. The Hongquan often concealed its name by using alternative names, such as Baguaquan, Liutangquan, Yihequan, etc. or changing the ideogram that was going to represent the sound Hong. Baguaquan is the name of various styles widespread in the area between Hebei, Henan and Shandong, but for example it is also the name of a Meihuaquan’s exercise. As we will see sometimes the styles was also hidden under the name of one of his exercises. The Wenshengquan is the result of the union between the Meihuaquan and the Hongquan. These themes will only be mentioned in the text that I organized in a particular way taking as inspiration the Schools of Boxing and the Doctrines and the names of some characters, trying to create a path that reconstructs some significant relationships between them. Of course, the Meihuaquan is the common thread and almost always appears, without having a dedicated section. I omitted to describe the story of Zhao Sanduo and to speak in a homogeneous way about Tianlijiao, because I found arguments marginal compared to those identified, although connected.

Shandong Map. The Shandong is one of the provinces where the events we are dealing with take place.

Yihequan (义和拳)

From a nominal point of view with the Yihequan there is a very common phenomenon: those, that, in western sources, in relation to the famous popular uprising against foreigners in China, have become famous as Boxer, actually they answered to the name of Boxers United in Justice, the Yihequan. This name first appears in official documents of the Qing Dynasty in investigations following the Wang Lun Uprising in 1774. In fact, the authorities began to investigate the environment of the Boxing Schools, which had greatly influenced and characterized the sectarian experience of Wang Lun.

Sato Kimihiko (1982):

…the I-ho-chuan was the same as the White Lotus religion or more precisely as the boxing which had combined with the military sect of Eight trigrams sect, Ching-Shui-chiao.

Despite this, there is not much information about the Boxing Schools of the time and it is difficult in some cases to trace them back to existing schools today.

The I-he-chuan (義合拳, Righteous Harmony Boxing) is one of the schools cited by Sato Kimihiko (1982) in relation to the Pure Water Sect, along with the Pa-kua-chuan (八卦拳, Eight Trigrams Boxing) and the Chi-Hhung-sin-chuan (七星紅拳 Seven Star Red Boxing).1

Esherick Joseph (1988, p.334) explain that:

Since the Qing code included no explicit prohibition of boxing (despite a Yong-zheng edict against it), the Yi-he Boxers (like all other mid-Qing martial artists) tend to appear in surviving documents only when some connection to prohibited sects can be claimed.

In particular, the Boxing School of the Uniteds in Justice appears from the documents as the military branch of a more complex structure, used by different groups with different purposes and intentions.

Always Esherick Joseph (1988, p.339-340) :

“Yi-he” was in fact quite a common name. We have already noted a pacific meditation sect, unconnected to the boxers, which had the same name. And a glance at any detailed map of northwest Shandong will reveal villages called Yi-he scattered across the plains. It is thus possible that two completely different groups of boxers came up with the same name—those in southwest Shandong more active among gamblers and yamen runners, those in the northwest entering into closer relationships with the White Lotus sects.

Zhang Rumei (张汝梅), the governor of Shandong at the time of the Boxers’ Revolt, was convinced that Yihequan (义和拳) was the same as Ba Hongquan (把红拳) and Meihuaquan (梅花拳). According to the Annals of Chiping County (茌平县志), the Yihequans began as Jinzhongzhao (金钟罩2). According to the Pingyuan County Outlaw Boxer Chronicle (平原拳匪纪事), the county magistrate stated that the Yihequans were said to be the Red Boxing

1As you can see, Sato uses the Wade-Gilles transliteration. This is the Pinyin: Yihequan, Baguaquan, Qixing Hongquan.

2The Jinzhongzhao is a type of “hard” Qigong (硬气功) that allowed to resist the blows of the stick and the cuts of saber, to resist the cannons of Westerners (不畏棒击刀砍,不畏火枪洋炮). The types of “hard” Qigong is still visible today within the Boxing Schools, especially in the countryside and within the Plum Flower School.

Association (红拳会)1. All these testimonies lead to think that the term Yihequan was a fairly common name used for various purposes and on particular occasions.

1Esherick uses wrongly “Red Brick Society (Hong-zhuan hui)”.

Flag with the words “groups united in justice”

Liguajiao and Wenshengquan

Training of a figure of Wenshengquan in Juncheng. In it you can see the incredible similarity with Xiaoshi of Meihuaquan.

The name Yihequan (义和拳) often crosses the history of an important sect, the Liguajiao sect (离卦教)1 and the Liguajiao had contact with the Meihuaquan. The Liguajiao also had an organization divided into Military Area and Civil Area (Wuchang and Wenchang).

Sato Kimihiko (1982) tells:

From the incident of the I-ho-chuan in 1778, 1783 and 1786, we can guess that the I-ho-chuan had close relationship with the Li () trigram, a branch of the Eight trigrams sect.

And again:

A careful examination of the materials on the boxing in this uprising such sources as those on general leader of the military sect, Feng Ke-shan (馮克善), the group members led by Sung Yueh-lung (宋躍龍) and the case of Ke Li-yeh (葛立業) who learned and practiced I-ho school boxing (義和門拳棒), show that I-ho school boxing had been practiced inside Sung Yueh-lung’s group in the Chili-Shantung boundary area, and that this group belonged to the chain of Li trigram. Hence we can easily identify the I-ho school as one of small regional group in the Li trigram in Eight trigrams sect. It becomes clear that the reason why boxing was combined with the Li trigram, representative of Wu trigrams, depends on the principle of organization. The boxing practiced in the Eight trigrams sect had been influenced by its religious thought, and came to have incantationary-religious characteristics, The I-ho-chuan and Eight trigrams sect in Chin-hsiang (金郷) county seem as though they were in conflict, but this example proves that there was a close relationship between the two.

Esherick (1988) thinks different. For him the meeting between the name Yihequan and the trigram Li was fortuitous, as we will see later.

The Liguajiao sect was founded by Gao Yunlong (郜云龙) who also played an important role in the establishment of the Wenshengquan (文圣拳). Liu Fengtian (刘奉天, 1617-1689), is considered the founder of this school along with Gao, who was his disciple, and the students of this school believes this two persons to have shaped the Wenshengquan, a method of boxing and internal work that contained the Yin Yang, Wuxing and Bagua theories (内含阴阳五行八卦的内功拳法).

Liu Fengtian, besides being considered the founder of the Baguajiao, was expert in the 108 lu chuifa (108 路捶法, method of striking in 108 streets) of military training (Wugong) and in cultural work (Wengong) in which he had the main role. He wrote the Bagua Ba Shu Ge (八卦八书歌 eight books songs of the Bagua). Gao Yunlong was very well versed in Sanshier shi Changquan (三十二式长拳, Long Boxing in 32 figures) and in Liuhe Daqiang (六合大枪, Spear of the Six Combinations).2

A greater confirmation of a connection between this style and the Liguajiao, one of the many names with which the Wenshengquan is known is Liguaquan (离卦拳). The most important, historically documented contact between Meihuaquan and Liguajiao concerns Feng Keshan, a member of the Huaxian Plum Flower School in Henan. Feng Keshan joined the Liguajiao in 1797 following the teachings of Wang Xiang and only in 1800 would he become a pupil of Tang Hengle in Meihuaquan.

1Esherick Joseph (1988, pages 333-334): The second document cited by Lao Nai-xuan is the more critical one, for it is a long memorial by Na-yan-cheng, who had directed the suppression of the 1813 Eight Trigrams rebellion. The memorial, from late in 1815, was on the occasion of the discovery of the Clear Tea sect (Qing-cha men) of the Wang family of Stone Buddha Village (Shifokou)—a family with a sectarian history dating back to the Ming dynasty.1 The memorial summarized Na-yancheng’s findings on all sects uncovered in connection with the 1813 rebellion, mentioning among them the Yi-he-men quan-bang (United in Righteousness School of Boxing and Cudgels), which was identified as one of many schools descended from the Li Trigram sect.

2From the official website of the Wenshengquan in Jining: http://www.chinesewensheng.com/

This is the lineage of Feng Keshan in the Liguajiao as it was rebuilt by Lu Yao (2000, p.170)

Wang Xiang belongs to the lineage of Gao Er. Gao Er in the Liguajiao is a fourth generation compared to Gao Yunlong. Interestingly, Wang Xiang is from the same city (Jining) where today the Wenshengquan continues to be passed down. According to some historians such as Esherick there was no real correspondence between the Schools of Boxing and Heterodox Religious Doctrines, but coincidentally there were contacts between these two realities, in an area where both were widely spread. Particularly in the Baguajiao organization and its Liguajiao branch, the military side (Wuchang) would gather techniques from different styles, or the style that was practiced on this side could be changeable. This would explain the association of some names of Pugilistic Schools in documents relating to the sectarian revolts in Shandong and its surroundings between 1700 and 1900.

Esherick (1988, pages 338-339) stresses even that boxing practitioners used to have more than one teacher with the aim of adding new knowledge to their technical knowledge:

The looseness of martial arts organizations generally, with boxers often switching teachers and adding new techniques, makes it quite possible that boxers in different areas could go quite different ways.

This is the story of the Wenshengquan, which brings other interesting information (Li Ruoxian):

[The Wenshengquan] according to oral accounts originated between the end of the Ming Dynasty and the beginning of the Qing Dynasty by Liu Zuochen (刘佐臣), the founder of Baguajiao(八卦教), and the union of United Civil and Military Working Methods (Wen Wu Gongfa Heyi, 文武功法合一) by his pupil Gao Yunlong (郜云龙). Gao Yunlong, as founder of Liguajiao, taught to Yang Sihai (杨四海). Yang Sihai during the period of Qianlong’s reign (1736-1796) successfully applied for the Imperial Civil and Military Examinations. He passed on his knowledge to Du Hengxin (杜恒信) of Jining (济宁) in Shandong, therefore [the Wenshengquan] was called Dujiaquan (杜家拳).

Following Esherick’s idea, Wenshengquan was probably the result of a synthesis of different systems, in particular of Dahongquan and Meihuaquan, in fact the presence in the transmission of this boxing of Yang Sihai, who is a master of Hongquan, but also practitioner of Meihuaquan1. Another indication of this mixture is the fact that the Liubujia, the basic structure of Dahongquan, in this school becomes Wubujia (五步架, structure of the five steps), exercise so called because it consists of five Figures in which you perform a particular twist work. This is very reminiscent of the Five Figures (Wushi) of Meihuaquan and could be the signal of a synthesis and a derivation also from this school.

1There is a lineage of Yang Bing that we will see later in which we find Yang Sihai.

Yang Sihai

A possible lineage of Wenshengquan

The lineage described by the Wengsheng Boxing School roughly follows that of the Liguajiao sect, which is well noted in the interrogations following some famous rioting, such as that of 1813, which also saw an attack on the Forbidden City by the insurgents. This is the reconstruction by Hubert Michael Seiwert (2003, P. 420):

a member of the Gao family in Henan was captured. In the confessions of Gao Tianyou the history of his sect is traced back to his ancestor Gao Yunlong. He had established the Ligua jiao as a disciple of Sir Liu from Shan county in Shandong who was an incarnation of Maitreya. After Gao Yunlong’s death the leadership of the sect was inherited by his descendants. “Sir Liu” here certainly refers to Liu Zuochen, the founder of the Shouyuan jiao, which later became known as Bagua jiao. Thus, from its very beginning the Ligua jiao was connected to the Liu family, and these connections are well documented in the eighteenth century. Gao Yunlong’s grandson still considered Liu Ke, who was Liu Zuochen’s grandson, as sect leader and regularly sent money to him. Three of his sons were arrested and executed in 1772 when Liu Shengguo was detected as leader of the Bagua jiao. Gao Tianyou, who was captured in 1813, was the son of one of their brothers who had escaped the persecution. The Gao family thus had transmitted leadership of the Ligua jiao for more than a century, and at least until 1772 maintained close relationship with the sect head of the Liu family. Like many members of the latter, Gao Tianyou held an official rank by purchase, which shows that the leaders of the Ligua jiao had become wealthy and well established. It does not seem that Gao Tianyou was actively involved in the rebellion of 1813, and in any case most of the sects that had branched off from the Ligua jiao acted independently and were not subordinated to the Gao family in any political sense.

continue…. the complete essay

Two Tales about Sun Lutang’s Combats

1. Against Ping Jingyi

One of the most fascinating stories of the recent history of Wushu is the rivalry between the Shaolin faction and the Wudang Faction that resulted in the fight between Wang Ziping and Gao Zhendong.In my opinion, this rivalry also reflected the rivalry between Ma Liang and Sun Lutang (as well as between Zhang Zhijiang and Li Jinglin) of which it is difficult to trace the origin.It could be assumed that the success of Ma Liang’s idea to create a simplified and modernized Wushu program to be taught in all Chinese schools was behind it,but it is possible that the rivalry began earlier, in fact Sun Lutang had to confront the one who is referred to by someone as the master of Ma Liang , that is Ping Jingyi.

Ping Jingyi

This is the account of the clash by sources close to Sun Lutang (in fact the tone is strongly hagiographic):

In 1988, after a journey through the great motherland, Sun Lutang returned to Baoding. A few days after his return, the entrance to Sun Lutang’s family home was crowded with people who were basically admired by Sun Lutang’s martial arts accomplishments and wanted to become his disciples to study his art.

Some people were naturally complacent while others were discontented, about the oceanic crowd in front of Sun Lutang’s house at that time. The other martial gyms in Baoding were not quiet. Among them was the famous Shuaijiao master Ping Jingyi. Ping Jingyi was the greatest teacher of Shuaijiao of Baoding at the end of the Qing era, in addition to being proficient in “quick fight”, he also welcomed the real transmission of Shaolin, being able to practice the orthodox ability of Shaolin Luohanquan. Ping Jingyi learned that Sun Lutang had never suffered a defeat after his trip to the eleven provinces, he was not very convinced by Sun Lutang. Ping had previously defeated Master Yutong of Taishan who claimed to have traveled unbeaten in the thirteen provinces and the two from the exchange of blows had become friends.

The majority of people who practice martial arts have a frank temperament, Ping Jingyi immediately found Sun Lutang, inviting him to start a mutual exchange. Ping Jingyi’s “quick fight” paid attention to having the flexible inside the inflexible, containing intelligence inside the ferocity, prominent in taking by surprise and practicing fast hitting fast.

Surprisingly, we saw Ping Jingyi approach and tear the upper floor behind the body and cross (probably a hook with the leg) on the lower floor. In the twinkle of a flash the room depended on a small unexpected event carrying Sun Lutang on his shoulders, preparing to use force to throw him on the ground in a quick victory. But he immediately discovered, no matter how hard he tried to use his physical strength, that Sun Lutang on his back was as still as a mountain. After many impasses, Ping Jingyi was so tired that he was out of breath and his physical strength was overwhelmed without any problems. With his desperation, Sun Lutang was lying on his back as if nothing had happened. Ping Jingyi in his heart knew clearly that, although in this fighting arena Sun Lutang had not taken the initiative to attack, he had put himself in an unassailable position, proving that his strength was almost superior. Just when Ping Jingyi was ready to admit defeat, Sun Lutang, however, as if he had read his thoughts, offered a draw. Ping Jingyi was ashamed at the same time, respecting even more Sun Lutang.

In the photo Goutuizi, that is the leg that hooks by the Baoding Shuaijiao

Unfortunately I was not able to find non-partisan information about this fight, but we can compare the age of the two contenders: at the time Ping Jingyi was 58 years old and Sun Lutang 28.

2.Against Five Japanise Martial Experts

The wooden table with the inscription Shaolinsi in 1920

In addition to the challenge with Ping Jingyi, we must remember that only two years after his escape not to fight with Wang Ziping, it is said that he accepted the challenge of a group of Japanese combat experts at the Songshan 嵩山 (the location of the Shaolin temple). The story is full of exaggerated statements that make us think about the construction of a myth around his figure, which has little to do with reality. Again to emphasize the exaggeration of the stories about the fights of Sun Lutang, after this escape and to seventy years. This is the description contained in the article “The Great Master Sun Lutang, calls in the ring five Japanese experts” 武术大师孙禄堂,河南嵩山脚下同5名日本高手打起了擂台:

In 1930 Sun Lutang … although he was already 70 years old, he was still healthy, his eyes were bright and piercing and until now had never been defeated. The Japanese were arrogant and overbearing, they from long time wanted to humiliate Sun Lutang and this time they had found a good opportunity. Some Japanese were in their prime and completely ignored Sun Lutang. As the world’s number one (天下第一) martial arts grandmaster, Sun Lutang had a high reputation in the modern martial arts circles of our country and this was a battle linked to national honor. The first Japanese was a great Judo 柔道 master who immediately rushed forward, only to be unexpectedly subdued immediately by Sun Lutang. Sun Lutang was extremely quick to engage, his leg tapeworms were strong and vigorous, his agile palm techniques, allowing him ample perspectives. [At that point] The Japanese did not dare underestimate him and decided to adopt the method of turnover to attack him. The second Japanese did not have the courage to attack and consciously began to defend himself. Sun Lutang basically without getting lost in chatter, he attacked the mouth of the enemy’s stomach with just one sudden big step forward 箭步. The opponent as soon as he took a hit, after which he landed on the ground. Then the other three Japanese swarmed and rushed into the ring roaring. Sun Lutang moved by jumping and turning, he responded to the joint attack of the three. Our countrymen burst into a thunderous applause and all were cry out for Sun Lutang to make an extra effort. The three Japanese attacked him in unison, but were miraculously blocked by him. Soon after, Sun Lutang used the Taiji’s pushing palms to immobilize them. Seeing this scene, all the spectators cheered him as they rose between leaps of joy, Sun Lutang had once again won a clash for the national image.

Li Zhenting

Lǐ Zhèntíng 李振亭, zi Cháochén 朝臣, soprannominato “Pugni divini e gambe di ferro” 神拳铁腿, è stato un maestro di Meihuaquan di cui ha contribuito notevolmente alla diffusione nell’area di Peixian. Il padre Lǐ Yìpéng 李义鹏 era anch’egli maestro di Meihuaquan. Lǐ Zhèntíng era originario di Puyang in Henan e nel 1894 si trasferì a Peixian a causa di un inondazione che colpì il suo villaggio. Durante il periodo dell’invasione giapponese seguì Zhang Xueliang in qualità di istruttore marziale e dopo l’incidente di Xian nel 1936 fece ritorno a Peixian. E’ morto all’età di 102 anni. Il ramo da lui insegnato è conosciuto come Luodi Meihuaquan e a Peixian è conosciuto come Lipai Meihuaquan.